Casalecchio di Reno (Bologna), 6 dicembre 2011 - "Tutti gli anni mi chiedo cosa sta pensando, in questo giorno, il pilota Bruno Viviani. Allora era tenente, ora sarà colonnello. Non riesco a trovare una risposta su questo. Ha fatto la scelta più sbagliata che potesse fare, eppure già due mesi dopo sembrava pensare che non fosse successo nulla". Così si sfoga in lacrime Cesare Corazza, papà di Laura, una studentessa di 15 anni tra i 12 che sono morti nell’incidente del 6 dicembre 1990, quando un aereo si schiantò contro l’istituto Salvemini di Casalecchio di Reno. La tragedia, accaduta 21 anni fa, è stata ricordata questa mattina nell’aula della memoria della Casa della solidarietà Dubcek, a Casalecchio, alla presenza dei familiari delle 12 giovani vittime, di autorità istituzionali e anche di una delegazione di studenti del Salvemini.

 

Nell’aula in cui 21 anni fa piombò l’aereo (lo squarcio è rimasto nella parete a ricordo di quel giorno), sono stati deposti mazzi di fiori da parte delle autorità istituzionali e poi c’è stato un minuto di silenzio. Subito dopo, un centinaio di ragazzi del Salvemini sono entrati nell’aula con una processione silenziosa: ciascuno di loro ha portato una gerbera bianca. Alla cerimonia erano presenti il sindaco del Comune di Casalecchio di Reno, Simone Gamberini, ma anche Simona Lembi in rappresentanza del Comune di Bologna, Giacomo Venturi per la Provincia, l’assessore alla Scuola della Regione Emilia-Romagna, Patrizio Bianchi e il vicepresidente dell’assemblea legislativa Sandro Mandini.
"Venire qui da un lato mi procura un dolore immenso, ogni volta, ma dall’altro mi sembra di vedere mia figlia", dice commosso Vittorio Gennari, papà di Alessandra, uno dei genitori che dal giorno della tragedia più si è dato da fare per dare vita al centro della memoria e alla casa della solidarietà, in cui tuttora viene spesso.

 

Gennari, che insieme a Roberto Alutto è tra i piu’ attivi nel tenere viva la memoria, si sente di ringraziare il Comune di Casalecchio. "Dobbiamo rendere grazie alla sensibilità del Comune e degli abitanti di questo paese, ogni anno c’è interesse e mobilitazione. Questa tragedia fa parte della storia di Casalecchio e questo ci viene fatto sentire". Quanto al progetto della Casa della solidarietà, dove è stato creato un centro d’ascolto per le vittime di tutti i reati, Gennari spiega che "attraverso la morte abbiamo cercato di costruire qualcosa di positivo, un centro vittime dove ogni giorno ci impegniamo perchè qualcuno possa essere aiutato", spiega.
 

 

Lembi, che all’epoca della tragedia era studentessa del Salvemini come anche il sindaco di Casalecchio di Reno, Simone Gamberini, ribadisce l’importanza di ricordare questa strage, che "rischia di essere dimenticata, perchè non ha dietro questioni legate ai servizi segreti e quindi non suscita interesse". Quello che la distingue per Lembi, "in un paese che omologa ogni tipo di tragedie, è che questa tragedia, grazie alla determinazione delle famiglie, è stata trasformata da dolore privato a fatto pubblico". Anche il sindaco Gamberini loda l’impegno di questi "genitori straordinari", che "dal dolore hanno saputo costruire un’esperienza importante, sia col centro vittime di reato che mettendosi in rete con altre associazioni.  Noi come Comune continuiamo ogni anno a lavorare con loro per costruire un momento di ricordo che non si vuole sterile".

 

Venturi, vicepresidente di Palazzo Malvezzi, ringrazia i familiari dei 12 studenti "per la lezione civica e sociale che hanno dato in questi anni con un impegno forte e convinto, che ha permesso che da quella tragedia potessero nascere progetti che fanno crescere la coesione sociale e la partecipazione". La casa della solidarietà creata proprio dove un tempo c’era il Salvemini, prosegue Venturi, "è la testimonianza piu’ grande" del lavoro dei familiari, a cui il numero due di Palazzo Malvezzi assicura appoggio "perchè non accada mai piu una tragedia simile ma anche che non si concluda una vicenda giudiziaria senza un responsabile".

 

Sul ricordo della strage di Casalecchio interviene anche Raffaele Donini, segretario del Pd di Bologna, che "rinnova la vicinanza del Pd a tutti i familiari" e promette impegno "per far sì che l’Italia adotti una normativa per regolamentare le esercitazioni militari in tempo di pace".