Bologna, 13 dicembre 2012 - Il pm Antonella Scandellari ha chiesto pene comprese tra i tre e i sei anni per i 14 imputati del processo sulla strage del Querceto, l'esplosione causata da una fuga di gas che il 23 dicembre 2006 distrusse una palazzina a San Benedetto, nel comune di Monterenzio sull'appennino, uccidendo cinque persone.

 

Oggi in Tribunale si è svolta la requisitoria dell'accusa, durata più di cinque ore.  Le accuse sono disastro colposo, omicidio plurimo colposo e crollo colposo.
Secondo il pm ci furono responsabilità nella progettazione e realizzazione della condotta, costruita in zona interessata da frane e senza strumentazioni d'allarme per rilevare deformazioni. Sarebbero ravvisabili, per la procura, profili di responsabilità anche per i due interventi (nel 1999 e nel 2000) di riparazioni di danni alla condotta che furono eseguiti ''senza ricercare le cause delle fughe di gas''.

 

Infine, il pm pm ha usato parole dure verso la gestione dell'emergenza la mattina dello scoppio:  ''La struttura ha fatto acqua da tutte le parti'' (pur riconoscendo che dopo il disastro ''Hera ha modificato in senso virtuoso l'organizzazione'').

 

A giudizio davanti al giudice Rita Zaccariello ci sono alcuni ex dirigenti dell'Acoser e di Seabo (vecchie denominazioni di aziende dell'attuale Hera, quando negli anni '90 venne progettata e realizzata la metanizzazione della Val d'Idice), della stessa Hera, ma anche i centralinisti che erano di turno per le emergenze la mattina dello scoppio e che, per l'accusa, non solo sottovalutarono le richieste di intervento ma che, nelle registrazioni telefoniche, scherzavano addirittura sugli allarmi lanciati dai cittadini.
Ecco, nel dettaglio, gli imputati e le richieste di pena: l'autore del progetto di metanizzazione di Acoser (chiesti 5 anni); il direttore grandi lavori Acoser dell'epoca (5 anni); il direttore lavori di Acoser nel periodo 1989-1992 (5 anni); due legali rappresentanti di altrettante società che avevano ottenuto gli appalti per seguire i lavori (3 anni e 6 mesi); l'ingegnere collaudatore (5 anni); il responsabile della direzione tecnico produttiva di Seabo dal '97 al 2000 (5 anni emezzo); il capo gestioni reti di Seabo (5 e mezzo); il responsabile area reti di Hera (6); due addetti del distretto di Loiano (inizialmente stralciati poi rientrati nel processo, 5 anni); i due addetti al centralino emergenze di Hera che presero le richieste di intervento da San Benedetto del Querceto (3); il capotecnico di Hera che aveva il compito di interpretare le telefonate (3 anni e mezzo). Per tutti il pm ha chiesto il riconoscimento delle attenuanti generiche e della continuazione.
Nelle prossime udienze la parola passerà alle difese e poi, dopo le repliche e controrepliche, si arriverà alla sentenza.