Monteveglio (Bologna), 7 aprile 2013 - E’ il Pignoletto il portabandiera dei produttori dei vini dei Colli Bolognesi che da oggi al Vinitaly sono rappresentati dal Consorzio di tutela che riunisce oltre il 90 per cento delle vigne che si estendono da Pianoro a Montebudello. Allo stand del Consorzio ‘dell’Asso di coppe’ si potranno degustare i vini della cantina San Vito, Santa Croce, Manaresi, Floriano Cinti, La Mancina, Tizzano, La Marmocchia, Nugareto, Gaggioli, Podere Riosto, Giorgio Erioli, Federico Aldrovandi e Isolani di Montevecchio.


La presenza alla fiera di Verona è particolarmente importante per il nostro vino, visto che si tratta della kermesse più importante al mondo del settore, con la presenza di oltre 4.200 aziende, provenienti da oltre 20 Paesi: una piattaforma irrinunciabile per il business, la promozione, ma anche per il legame con i consumatori. Perché è vero che in Italia si beve meno, ma si vuole bere meglio. E dunque la qualità, far conoscere il proprio prodotto ad un mercato sempre più attento, è fondamentale. In particolare i per i vini dei Colli Bolognesi che, forti di qualità, lo sono meno dal punto di vista della notorietà. L’anno scorso la manifestazione ha visto passare 140.600 visitatori, oltre 48mila dei quali stranieri: il 35% del totale.


Non manca nemmeno il cibo, con cittadelle della gastronomia che propongono abbinamenti di vino e prodotti tipici delle varie regioni, fra cui anche Bologna, presente fra l’altro con il Consorzio Mortadella Bologna, ospite dell’Enoteca regionale (Pdiglione 1) e allo stand del Minsitero delle politiche agricole, alimentari e forestali. In questa occasione sarà presentata anche MortadellaBò, l’evento che si terrà dal 10 al 13 ottobre in città.

 

 

Soprattutto Pignoletto ma anche Rosso Bologna. La novità con la quale i produttori di vino dei Colli bolognesi approdano alla più importante rassegna vinicola del mondo è l’accento sulla tipicità. Che sia il rosso che richiama il colore della nostra città o che sia il vitigno principe dei nostri colli, il gusto è decisamente nostrano, come spiega il presidente del consorzio, Francesco Cavazza Isolani: "Dopo la Docg che ha segnato davvero un punto di svolta per il Pignoletto di qualità (da notare che sono già diciotto le etichette della versione classica) dobbiamo registrare anche il successo del Rosso Bologna — sostiene Cavazza —. L’accento sul territorio funziona, perchè sappiamo bene che qui i vini a bacca rossa come la Barbera, il Cabernet Sauvignon o il Merlot raggiungono vette qualitative notevoli. La crisi dei consumi si sente, ma il lavoro fatto in questi anni sui disciplinari e le Doc sta dando i suoi risultati. Lo dimostra anche l’accresciuta rappresentatività, ormai siamo al 95%, del Consorzio".


Il fenomeno, che ha risvolti a livello regionale, ma anche internazionale, è quello del Pignoletto, che da poche settimane non è più solo un vitigno, ma una specifica località nel Comune di Monteveglio: "C’era il rischio concreto che il vino-simbolo dei nostri colli potesse essere prodotto in tutti i Paesi del mondo: dall’Australia alla Slovenia, dove vengono già segnalati impianti di Pignoletto. Così in sintonia con i rappresentanti dei produttori abbiamo ribadito e sottolineato la territorialità del nostro vino, perimentrando e segnalando i confini della località ad antica vocazione vinicola — chiarisce il sindaco Daniele Ruscigno — Si tratta, come si legge nella delibera comunale, della zona di territorio compresa tra Pravazzano e Cà Nuova del Tenente, su via Volta, Piana-Cà Patrizia, su via Invernata, Cà De Fonsi, su via Campomaggiore, e Ghiaia, su via Pravazzano, dove da secoli si coltiva la vite che produce queste uve preziose".


Un paesaggio unico compreso nel perimetro del parco dell’Abbazia e caratterizzato da calanchi e boschi intervallati dal disegno geometrico delle vigne. Sarà questo il cuore del nuovo consorzio di tutela del Pignoletto che potrebbe nascere già all’inizio del mese di maggio: "L’appuntamento è già fissato dal notaio all’inizio di maggio. Non credo che, dati i tempi delle pratiche, si arrivi in tempo per fare la prossima vendemmia con la nuova Doc — precisa Cavazza Isolani —, però con questo passaggio si raggiunge un traguardo notevole nella tutela del Pignoletto e nelle possibilità di promuoverlo oltre i confini della città".
 

Gabriele Mignardi