Lizzano (Bologna), 14 novembre 2013 - FOSSE UN FILM, e come si vedrà più avanti in almeno un caso lo è stato, si intitolerebbe ‘La leggenda del lago Scaffaiolo (foto). Ha da sempre suscitato grande curiosità per gli insoliti fenomeni atmosferici che lo circondano il lago Scaffaiolo: situato a meno di un’ora di cammino dal Corno alle Scale di Lizzano e meta di visitatori dai tempi dei tempi (lo testimoniano le monete romane che furono rinvenute nelle sue vicinanze), il Lago riuscì ad attirare addirittura l’attenzione di Boccaccio che, nella sua opera del 1598 ‘De Montibus, silvis, fontibus et fluminibus’, raccontò per primo la leggenda che vuole lo scatenarsi di terribili tempeste nella zona ogni volta che viene gettata una pietra all’interno dell’acqua.
 

 

«IL NOME del lago Scaffaiolo — racconta il gestore del rifugio ‘Duca Degli Abruzzi’ Antonio Tabanelli — sembra derivare da ‘caffa’, termine con cui gli antichi montanari indicavano un avvallamento o una conca: al contrario degli altri laghi dell’Appennino tosco-emiliano (lo Scaffaiolo, pur essendo nei pressi del Corno alle Scale, si trova infatti al confine tra i territori di Pistoia e Modena), la massa d’acqua dalla forma vagamente simile a quella di un parallelogramma non è di origine glaciale, ma deve invece la sua nascita ad azioni di alterazione fisica e chimica e da quelle di neve e vento».
 

 

ALTRI fenomeni insoliti che contraddistinguono il lago sono la quasi totale assenza di vegetazione lacustre (nell’ultima estate, visto l’innalzamento delle temperature, sono comunque spuntate un paio di pianticelle e alghe), la mancanza di pesci (sono invece presenti alcuni girini) e il fatto che l’acqua, anche in piena estate, non evapori mai. «Poiché non vi è un emissario apparente — continua Tabanelli — secondo le credenze popolari, il lago era collegato direttamente al mare attraverso un canale sotterraneo. Gli studiosi hanno invece da sempre sostenuto che, a causa della natura impermeabile del terreno e della quasi totale assenza di vegetazione circostante, il lago si conservi tutto l’anno grazie alle piogge e allo scioglimento delle nevi: a fare il resto, e ad evitare così l’evaporazione, ci penserebbero poi le temperature rigide e le frequenti nebbie».
 

 

MOLTO probabilmente è quest’ultima teoria a godere di maggior validità, ma le diverse morti avvenute negli anni nei pressi del Lago continuarono ad alimentare la leggenda che lo Scaffaiolo fosse dotato di una sorta di vortice collegato a delle gallerie che porterebbero direttamente al mare. Della leggenda del Lago Scaffaiolo, come anticipato, se ne interessò anche il cinema italiano e, precisamente, il celebre regista Pupi Avati: la scena finale del suo film ‘Una gita scolastica’ è infatti ambientata sulle sponde di un lago che, c’è da scommettere, continuerà nei secoli a far parlare di sé.

di Nicola Baldini