Zola Predosa (Bologna), 10 giugno 2014 - IL TONO è perentorio: «La presente per comunicarvi che la nostra società ha deliberato di cessare le attività della sede di Zola Predosa entro il 31/12/2014». Nell’oggetto la sentenza: ‘Cessazione di attività’. La carta intestata è quella della D&C la prestigiosa Compagnia di distribuzione di alimentari e bevande di qualità fondata 64 anni fa a Bologna dal Luigi Deserti e ceduta tre mesi fa da Marina Deserti alla società milanese Eurofood insieme ad un portafogli di marchi rappresentati e ai 48 dipendenti occupati nella sede di via Nannetti. Destinatari: sindacati, Rsu, Comune di Zola e Provincia di Bologna, ai quali la nuova proprietà comunica una decisione che nei fatti è la fine dell’azienda bolognese.

Doccia gelata per i dipendenti che negli ultimi anni hanno fatto grossi sacrifici per evitare soluzioni traumatiche. Lo scorso ottobre, per evitare la mobilità di altri 23 lavoratori, tutti i dipendenti hanno accettato un contratto di solidarietà che per molti di essi significa uno stipendio quasi dimezzato. Di fronte ad uno stato di incertezza e alla mancanza di impegni precisi dei nuovi proprietari il sindacato aveva dichiarato lo stato di agitazione, che alla luce della lettera resa nota ieri si è dimostrato motivato.

La proprietà infatti afferma: «Le ragioni di tale decisione si inquadrano in generale nel contesto di crisi economica globale e di settore e vanno ricercate in particolare nel deficit maturato dalla società nel corso degli ultimi anni destinato ad aggravarsi nel corso dei prossimi mesi anche a causa di recenti vicende di assoluto rilievo sul piano commerciale e di significativo impatto sulla situazione economica ed organizzativa dell’azienda. Nello spirito di concertazione e di mediazione....e per esaminare le possibili modalità di gestione dei conseguenti esuberi proponiamo un incontro...» al quale sono invitate istituzioni e sindacati.

Ed è il sindaco di Zola, Stefano Fiorini, a prendere la prima posizione pubblica decisamente allarmata: «Esprimo seria preoccupazione per quanto dichiarato dalla nuova proprietà di D&C in merito alla possibile cessazione dell’attività di una impresa storica del territorio zolese. Mi auguro che quanto dichiarato dall’azienda non corrisponda alle reali intenzioni e che vi siano concreti spazi di trattativa anche alla luce dell’accordo provinciale tuttora vigente che ha visto i lavoratori accettare con grande senso di responsabilità un contratto di solidarietà, condiviso all’unanimità, che aveva lo scopo di mettere in salvaguardia i conti dell’azienda contemporaneamente permettere un adeguato rilancio».

Gabriele Mignardi