Bologna, 15 marzo 2011 - Seconda giornata, ieri, in città, per il meeting annuale della Società internazionale per le Malattie Neurovascolari. Si chiude oggi, con la partecipazione di oltre 400 ricercatori da tutto il mondo. Domenica si è tenuta la Consensus Conference per definire le linee guida pratiche per l’indagine di screening della Ccsvi: la consensus conference aveva come tema il metodo del professor Paolo Zamboni per il riconoscimento della insufficienza venosa cronica cerebrospinale (Ccsvi) utilizzando il sistema doppler. Questa conferenza si è resa necessaria per uniformare, in tutto il mondo, i metodi di indagine e la refertazione degli esami. Sarà così possibile accedere a criteri di diagnosi condivisi e a degli standard per i report scientifici.

Alla Consensus Conference hanno partecipato 40 esperti appartenenti alla Società Internazionale per le Malattie Neurovascolari (Isnvd) e ad altre sette delle maggiori società, nazionali e internazionali, che si occupano proprio di questo, ovvero di diagnostica del sistema venoso con apparecchi ad ultrasuoni. Ne è risultato un documento dove il 90% del metodo che era stato precedentemente proposto dal gruppo di Ferrara e di Bologna è stato approvato unanimemente. Il documento siglato a Bologna, verrà così inviato alle principali riviste scientifiche e potrà avere una diffusione internazionale. I risultati del professor Zamboni sono stati confermati anche da uno studio preliminare pubblicato dalla rivista Bmc Medicine. Lo studio, condotto in collaborazione con l’università di Buffalo, ha messo in luce che a causa delle ostruzioni venose tipiche della Ccsvi si riduce il flusso sanguigno cerebrale: dei 24 soggetti esaminati in questo studio pilota, 18 avevano la sovrapposizione di Ccsvi e sclerosi multipla, ed erano giovani italiani ed americani con età media inferiore ai 40 anni.

Ieri era presente anche il sottosegretario del Miur Giuseppe Pizza (a destra nella foto con Zamboni): «Con ammirazione ed orgoglio osservo che, anche grazie all’attività pionieristica del professor Zamboni, la ricerca ha fatto passi in avanti nell’analisi dei casi in cui la patologia vascolare interagisce con una malattia neurodegenerativa e, con piacere, ho costatato quanta ricerca si stia sviluppando, a livello internazionale, sul tema dell’insufficienza venosa cronica cerebrospinale. Questa polarizzazione di studi e ricerche certamente rappresenta un presupposto rilevante ed uno stimolo per le attività dei prossimi anni».