Bologna, 18 aprile 2016 - In futuro le protesi (ma forse anche gli organi) saranno stampate in 3D, con materiale biologico. Ad aprire la strada è l’Istituto ortopedico Rizzoli (video) di Bologna, che oggi ha inaugurato la nuova piattaforma di Bioprinting per la ricerca clinica.
Un investimento da 2,3 milioni di euro, finanziato da Regione Emilia-Romagna e Ministero della Salute.
Il nuovo macchinario permetterà di stampare protesi in tre dimensioni su misura, a partire da immagini radiologiche realizzate con la Tac ‘Dual energy’.
“La combinazione di materiali bioingegneristici - spiega il Rizzoli in una nota - supporterà la crescita delle cellule, la loro differenziazione e migrazione, per garantire integrità strutturale e minori rischi di rigetto”.
Un sistema all’avanguardia, dunque, la cui installazione è terminata a gennaio e su cui ora i ricercatori del Rizzoli stanno facendo studi pre-clinici per definire le applicazioni più efficaci per rigenerare tessuti e ossa, a cui seguirà l’utilizzo sui pazienti.
La nuova piattaforma è stata presentata questa mattina al Rizzoli dal direttore generale Francesco Ripa di Meana e dal direttore scientifico Maurilio Marcacci, insieme al sindaco Virginio Merola, al presidente della Regione Stefano Bonaccini e all’assessore regionale alla Sanità, Sergio Venturi.
“Oggi aggiungiamo un altro pezzo di storia al Rizzoli”, commenta soddisfatto Ripa di Meana. “Il Rizzoli si conferma davvero all’avanguardia anche a livello europeo - aggiunge Merola - ci sono 158 ricercatori che ce la mettono tutta e ottengono ottimi risultati”.
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