Bologna, 27 aprile 2011 - PIÙ che un semplice libro di cucina, con ricette della tradizione e dell’innovazione, E’ pronto in tavola, firmato da Stefano Bicocchi, meglio conosciuto come Vito, è un omaggio alla memoria, un tributo saporito e appassionato alla sua famiglia con cui condivide da sempre una grande passione: la cucina.
Uscito da pochi giorni per le edizioni Pendragon, e pronto per essere presentato oggi alle 18 alla Feltrinelli di piazza Ravegnana, col supporto di Maurizio Garuti e la blogger-volto televisivo Chiara Maci, E’ pronto in tavola. Le mie ricette e quelle di famiglia, con le foto di Giovanni Bortolani, ci fa comprendere un po’ di più la personalità di Vito, conosciuto soprattutto come attore e certamente in un momento professionale di grande fortuna.
 

LA SUA INFATTI è una storia di due vite parallele che si incontrano: sale sul palcoscenico, ci guarda dal grande e piccolo schermo con la sua verve ma ama mettere le mani in pasta. Si applica ai fornelli con amici, soprattutto, e, è lui ad ammetterlo, quando vuole andare a fondo della personalità di qualcuno, lo invita a cena. Come dire che a tavola non si può mentire, si ha da essere per forza franchi. Il convivio tira fuori il meglio di noi. E del resto questo rito dell’aggiungi un posto a tavola, lui l’ha fatto diventare un format tv qualche tempo fa, quando sotto la regia di Giorgio Diritti metteva in scena Invito a cena sul Gambero Rosso, dove cucinava per gli amici. Ultimamente, invece, è tornato alla televisione con Piatto ricco, la cui seconda edizione è prevista per la prossima estate.
 

QUINDI, dopo tanto peregrinare nei mondi paralleli del manicaretto ecco che Vito si spinge davvero nell’intimo, pesca a piene mani nella sua storia, rivelandoci segreti di famiglia e rielaborazioni sue. In questa avventura cartacea poi, ha coinvolto anche parte della stirpe. E non poteva evitarlo. Infatti se lui è così appassionato di cucina, molto lo deve al padre Roberto, sorta di star della ristorazione popolare e partecipata, tanto per capirci, lo chef che sta dietro al rinomato Balanzone della Festa dell’Unità, che ancora oggi cucina per il Circolo Fratellanza Operaia di San Giovanni in Persiceto e spesso va in tour tra una bocciofila e un centro sociale. E sempre gratuitamente. Proprio Roberto Bicocchi ha imbandito un pranzo speciale per una piccola presentazione ieri a San Giovanni. In cucina con lui il nipote Lorenzo, figlio della sorella Roberta e a servire ai tavoli Carlotta: entrambi studiano all’alberghiero. Vito al tavolo a raccontare le portate. Quattro piatti che sono nel ricettario e che ci parlano di una cucina della memoria. Tortelloni (preparati dalla mamma Paola che non vuole apparire, assieme al marito) all’ortica ripieni di ricotta con ragù, cotolette con sugo di piselli e prosciutto, scaloppine e patate fritte nello strutto e cotte al forno col pomodoro e infine il crème caramel… La prefazione del libro è firmata Romano Prodi. Tra le righe leggiamo: «Nelle ricette di Vito ho ritrovato comunque un’aria di famiglia: dalle lasagne fino alla zuppa inglese, passando per le crescentine fritte. Un abisso ci separa invece nella ricetta dei tortellini in cui mai, anche risalendo indietro per generazioni, la mia tradizione famigliare avrebbe potuto immettere un solo grammo di mortadella, nonostante l’importanza determinante che questo delizioso prodotto avrebbe in seguito avuto nella mia vita politica».