Biografilm Festival Bologna, ‘Il Gioco di Silvia’. "Il sesso è diventato il mio lavoro"

L’escort bolognese si racconta nel documentario di due giornalisti che indagano il mondo dell’hard. "È una professione molto individuale: tra colleghe non ci si aiuta"

Silvia Tartari, trent’anni circa, bolognese: inizia a lavorare come escort giovanissima

Silvia Tartari, trent’anni circa, bolognese: inizia a lavorare come escort giovanissima

Bologna, 19 giugno 2022 - Bella di giorno, di pomeriggio di notte. Questa è Silvia Tartari , bolognese, di professione escort, sulla trentina, che ha deciso di farsi raccontare nel film Il Gioco di Silvia dai giornalisti Valerio Lo Muzio ed Emiliano Trovati , facendo emergere la sua personalità forte, consapevole e molto sociale, ma anche la cerchia dei suoi affetti e, non ultimo, il backstage del suo lavoro basato sul sesso.

La proiezione alle 21,30 chiuderà questa domenica di Biografilm al Chiostro del Complesso di Santa Cristina, in via Fondazza, dove Tartari arriverà con i registi e i produttori Chiara Galloni e Ivan Olgiati . Nel frattempo, al Medica, le premiazioni del festival con la proiezione di Elvis di Baz Luhrmann in anteprima italiana.

Tartari, lei emerge da questo biopic in maniera spontanea, questo rispecchia la sua vita?

"Sì, io sono così, almeno da un po’. Perché quando ho iniziato avevo 21 anni e non sapevo ancora se sarebbe stato il lavoro della mia vita: lo portavo avanti senza la serietà di oggi".

Cosa significa?

"Non davo peso, non investivo troppo, mettevo foto semplici e fatte da me sul mio profilo, anche perché il mio lavoro principale era quello di ballerina. Negli anni ho capito che questa professione poteva essere ideale e ho iniziato a investire per costruire la carriera che ho ora".

È diffuso un atteggiamento come il suo nel suo ambiente professionale?

"No! Mi sento una outside r. Questo è un lavoro estremamente individuale ed è la caratteristica che amo di meno. Ho conosciuto altre colleghe, ma fare cose insieme non è possibile: non c’è collettività, non ci si aiuta, c’è anche diffidenza e quindi è difficile avere potere rispetto, ad esempio, ai siti che paghiamo. Perché possono alzare le cifre e così succede che dieci diranno no, mentre altre dieci diranno: loro ci guadagnano comunque, non è un problema. A me questa professione piace, ci credo, ho grande rispetto per i miei clienti, sto attenta ai dettagli, l’accoglienza è di standard molto alto. Certo, potrei fare tutto a costo zero, ma i tempi sono cambiati: l’offerta è tanta e i clienti danno importanza a certe cose".

Come sono gli uomini che cercano sesso con lei?

"Credo di essere atipica anche in questo… Vado molto tra i giovani di 20 o 25 anni, forse per la fisicità che ho. Credo che il cliente più agé ami la donna bambolina, che non son io, visto che sono alta un metro e ottanta e ho la sesta di seno. E vogliono far sesso e basta, non cose strane".

È stato facile portare questa naturalezza nel film?

"Sì, io sono così, anche se all’inizio un po’ di diffidenza l’ho avuta. Si metta nei miei panni: nel mio lavoro ho vissuto esperienze con tante tipologie di uomini, dal curiosone al perverso. ‘Mi faranno perdere tempo?, mi chiedevo. Non è che mi hanno fatto un bonifico subito...".

Quindi lei non l’ha fatto gratis.

"No, figuriamoci. Sono escort da tanti anni e il fiuto per gli affari ce l’ho. Ho già detto molti ‘no’, anche a trasmissioni televisive importanti, perché volevano che andassi gratis. Non voglio farmi notare e cambiare professione: sto bene così".