Bologna, al Museo della Musica parte il festival (s) Nodi

Il primo appuntamento questa sera alle 21 con gli ’Yatra Project’ e le suggestioni orientali

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Bologna, 26 luglio 2022 – Musica che arriva da mondi lontani, frammenti di etnie che sfuggono al pop planetario, fonti sonore che ci fanno scoprire patrimoni culturali che escono dai propri confini. Obiettivi che (s)Nodi , il festival di ‘ Musiche inconsuete ’, organizzato dal Museo della Musica (Strada Maggiore, 35) insegue anche quest’anno, da oggi al 13 settembre. Un programma che è, come sempre con questa rassegna, un invito a viaggiare senza muoversi, a esplorare, come faceva Emilio Salgari con i suoi romanzi che narravano di posti inaccessibili ricostruiti dalla propria scrivania, scene sonore che raccontano popoli e tradizioni, ma anche incroci, incontri, scambi. Un percorso che si snoda in otto tappe, la prima, quella della partenza, mette oggi in scena l’intreccio tra le partiture classiche arabe e le fonti popolari del Nord Africa e dell’India. Sul palco gli Yatra Project , tra tabla e sitar, un nome, Yatra, che in hindi significa proprio transizione da un luogo a un altro. Che è lo spirito di (s)Nodi , come conferma il Quartetto Loco il 2 agosto, una formazione nella quale ognuno dei componenti parte dalle suggestioni del territorio dal quale proviene, per inoltrarsi in territori che non gli appartengono, dall’area del Mediterraneo alle partiture barocche per arrivare a una piacevole fusione. Si prosegue il 9 agosto con i Ra di Spina che attingono alla bellezza poco conosciuta del repertorio folk nazionale, dalla voce straordinaria della napoletana Concetta Barra a Antonio Infantino che con i suoi Tarantolati di Tricarico ha esaltato il versante di alterazione degli stati di coscienza della taranta. Il 16 agosto c’è il batterista Marco Frattini che, con Empty Music , reinterpreta la scrittura pianistica del musicista canadese Chili Gonzales, mentre il 23 agosto arriva al Museo della Musica la Baro Drom Orkestar , con le sue canzoni travolgenti basate sull’esuberanza della musica per bande dell’Europa dell’Est, che gioca persino con i ritmi sensuali del Brasile. E’ un itinerario didattico in diverse aree del mondo quello dei Tupa Ruja che il 30 agosto porteranno il pubblico all’interno di una mappa immaginaria dove convivono gli assoli dello strumento australiano più noto, il didgeridoo e il canto armonico della Mongolia. Il 6 settembre il cartellone propone Camilla Barbarito che in Sentimento Popolare interpreta melodie che vanno da una ballata messicana alla rumba flamenca, arrivando al tango argentino. Le unisce il fatto di essere sempre ballabili. Gran finale il 13 settembre con Yaràka , il gruppo del chitarrista Gianni Sciambarruto che coniuga l’amore per il Brasile con il dialetto tarantino, quello della sua terra. Tutti i concerti iniziano alle ore 21. Informazioni e biglietti su www.museibologna.it/musica