Dams Bologna: 50 anni festeggiati con un docu-film

Diretto da Ambrogio Lo Giudice e prodotto da Genoma Films racconterà l’epopea del Corso dell’Alma Mater che è già leggenda

Umberto Eco e Luigi Squarzina durante un’assemblea al Dams

Umberto Eco e Luigi Squarzina durante un’assemblea al Dams

Bologna, 8 gennaio 2021 - «… poi ti sei fatta seria e mi hai dato del sognatore… Dal tuo sguardo non mi pareva intendessi una cosa positiva. Ma sai perché i sogni funzionano? Perché hanno un grande montaggio che passa da un desiderio all’altro senza preoccuparsi di giustificarlo. Io, per esempio, ho vissuto così…". È un dialogo tratto dal docu-film Andate a lavorare (titolo programmatico che tanti studenti degli anni Settanta del secolo scorso, tra Movimento e Dams si sentivano dire)diretto da Ambrogio Lo Giudice e scritto da cristiano Governa dedicato al cinquantenario del Dams e attualmente nella fase di pre-produzione (lo produce Giorgio Ciani per la bolognese Genoma Films di Paolo Rossi Pisu ). L’opera farà parte del programma di celebrazioni che l’Alma Mater sta organizzando con il contributo della Regione e la partecipazione del Comune e della Cineteca. Prima assoluta prevista per il prossimo 17 giugno in Piazza Maggiore ’sotto le stelle del cinema’.

Il lungometraggio ripercorre, sempre in bilico tra finzione e realtà, l’avventura del Dams di Bologna. Il ’Corso di laurea in discipline delle Arti della Musica e dello Spettacolo’ nato nel 1971 da un’intuizione del grecista Benedetto Marzullo. Un’opera per raccontare un’idea che avrà fra i suoi pionieri Renato Barilli, Furio Colombo, Umberto Eco, Giuliano Scabia, Gianni Celati, Luciano Anceschi, Ezio Raimondi, Tomás Maldonado, Paolo Fabbri, Luigi Squarzina… E studenti, diventati protagonisti della vita culturale del nostro paese e non solo, da Andrea Pazienza e Roberto ’Freak’ Antoni, a Roberto Grandi, Eugenia Casini Ropa, Pino Cacucci, Patrizio Roversi, Enrico Scuro, Igor ’Igort’ Tuveri, Paolo Fresu, Fabio Testoni e tanti altri, fino al presente. La parola ai realizzatori del progetto. Ambrogio Lo Giudice (regista): "Per me il Dams non è mai stato un’istituzione accademica, ma un ’luogo’. Nel mio caso via Guerrazzi. Un luogo dove incontrare persone, sogni, desideri, utopie, follie, arte, scritte sui muri, esami di gruppo e professionalità prestigiose. Perché è importante raccontare questa storia? E’ importante raccontare questa storia alle nuove generazioni e a chi non ha conosciuto l’energia e la vitalità del Dams, direi quasi che importa più raccontarla a loro questa avventura che a quelli che hanno realmente frequentato il Dams". Cristiano Governa (sceneggiatore): "Si frequentano le cose perché parlano di te” ci ha detto uno degli intervistati. Scoprirete chi. A quanti ragazzi e ragazze ha parlato il Dams? E cos’ha detto di così speciale? Essere ascoltati senza dover aprir bocca, poter finalmente accettare la sfida dei propri sogni e fare di essi un lavoro. Questa è la storia che volevo raccontare e il cuore della sfida stava nella sua stessa contraddizione". Giacomo Manzoli (direttore Dipartimento delle Arti): "Il Dams non è solo un corso di laurea. Il Dams è un’idea che nasce a Bologna e si irradia su tutto il territorio nazionale, dando vita a una costellazione di corsi triennali e magistrali, di master, scuole di specializzazione, insegnamenti legati alle discipline artistiche e alle loro molteplici e mutevoli configurazioni. È un’idea di Università che si confronta col presente, mettendo a disposizione l’accademia per formare e valorizzare i talenti e la creatività, al servizio di una società che non evolve se non ha un’industria culturale vitale, aperta e in continua trasformazione".

r.c.

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