Federico Rutali: "Da bullizzato a influencer. Ora aiuto gli altri"

Federico Rutali, 25 anni, in passato è stato oggetto di insulti e minacce per il suo aspetto fisico. Poi la svolta Instagram: "Così sono rinato"

Bologna, 25 luglio 2022 - "Sono stato obeso e per questo vittima di bullismo e body shaming per nove lunghi anni. Adesso riesco a raccontare tutto quello che ho sopportato senza problemi, perché col passare del tempo ho imparato ad affrontare i miei demoni. E ho un sogno".

Prego...

"Dopo essermi laureato in Giurisprudenza (con una tesi che parla della sua vita, ndr ) in questi giorni hanno accettato la domanda per il tirocinio al tribunale dei Minori. Ma il mio obiettivo è aprire uno studio dove poter accogliere e aiutare, dal punto di vista legale, tutti coloro che sono vittime di bullismo".

Federico Rutali, classe 1997, oggi è un influencer che su Instagram conta quasi 270mila followers. Un ampio seguito, però, che deriva direttamente dalla storia della sua vita. Quella di un’adolescenza travagliata tra insulti, violenze, derisioni e minacce sul suo aspetto fisico e sulla sua persona. Ma Federico è, soprattutto, un esempio di come, spesso, i social possano essere un’ancora di salvezza o una fonte di riscatto. Perché "proprio grazie a Instagram ho iniziato a vivere davvero la mia vita, ho trovato tanto supporto e centinaia di persone che condividevano con me gli stessi problemi".

Federico, l’obesità è stata per lei fonte di bullismo. Se la sente di parlarne?

"Assolutamente. Da piccolo soffrivo di gravi carenze d’affetto. E questo mi ha portato ad avvicinarmi in maniera ossessiva al cibo perché lo vedevo come un rifugio da una realtà che mi soffocava. All’età di cinque anni mi è stata diagnosticata l’obesità e a sedici pesavo già 110 chili. Ben nove anni li ho passati in cura al Sant’Orsola".

Oggi lei ha la maturità di affrontare eventuali insulti, ma ieri?

"Per colpa del fat shaming in quegli anni sono caduto in una spirale negativa fatta di depressione, ansia e fobia sociale. I bulli mi stavano uccidendo, ero arrivato al punto di volermi togliere la vita".

A un certo punto ha reagito, anche se così facendo è passato da un estremo all’altro .

"Gli insulti, la solitudine che caratterizzavano le mie giornate, così come gli innumerevoli attacchi di panico mi hanno portato a vomitare dopo ogni pasto".

Poi?

"A 16 anni ho iniziato un percorso dallo psicologo, che mi ha consigliato di aprire un profilo Instagram con cui raccontarmi e attraverso il quale lanciare un messaggio. E così i social sono diventati un diario pubblico digitale in cui potevo parlare di diversità e body positive. Ho incontrato da subito un consenso che ha portato il mio profilo a ricevere attenzione anche da aziende e agenzie di marketing. Mi sono ‘’scoperto’’ influencer".

È proprio sui social, però, che ha incontrato un altro tipo di bullismo.

"Sì, il cyberbullismo. Infatti è di dominio pubblico la vicenda relativa al capodanno dello scorso anno a San Marino, quando mi sono ritrovato faccia a faccia con un mio haters. Ho ricevuto tanti insulti e minacce di morte che mi hanno fatto cadere in depressione e per quasi 6 mesi sono stato lontano dai social. Di quell’episodio ricordo questo ragazzo che si è presentato davanti al ristorante dove stavo cenando, era aggressivo. Ma per fortuna solo verbalmente. Purtroppo lì ho riprovato la paura".