Francesco Guccini, l'assessore Lepore. "Celebriamo gli 80 anni"

Bologna città della musica: l’assessore Matteo Lepore svela le novità in campo

A sinistra Matteo Lepore, a destra Francesco Guccini

A sinistra Matteo Lepore, a destra Francesco Guccini

Bologna, 27 luglio 2019 - Sonic Park chiama e l’assessore Lepore risponde. Ma non solo su questo. la musica, parola sua, nel 2020 diventerà protagonista per confermare lo status e il rilancio di Bologna Città della Musica Unesco.

Assessore, dagli organizzatori di Sonic Park un appello per restare qua.

«Io voglio sottolineare la loro capacità organizzativa, il villaggio allestito era straordinario, già pronto ad ospitare iniziative per i prossimi anni. E finalmente sono stati riportati i grandi concerti al Parco Nord».

Quindi è possibile che il contratto per ora biennale venga prolungato?

«Penso che Bologna con loro debba costruire qualcosa per il futuro, stiamo parlando di partner industriali molto seri. A settembre abbiamo già un appuntamento per progettare la nuova edizione: l’idea sarebbe più gruppi e più pubblico considerando che quell’arena può tenere fino a 25mila posti. Loro sono interessati a portare eventi anche più grossi e noi li supporteremo sia per logistica che per strutture. Un’altra cosa che mi è piaciuta molto: la filosofia plastic free, l’impatto zero sui rifiuti. Ho visto il concerto dei Greta Van Fleet e alla fine non c’era un bicchiere di plastica sul prato. Altre locations usano già il sistema della restituzione del bicchiere con cauzione: vorrei che sia adottato presto per tutti gli eventi del Comune».

Sempre dell’idea di riportare i grandi concerti in piazza Maggiore?

«Ecco, vorrei che il 2020 fosse l’anno del rilancio musicale e sì, mi piacerebbe portare un festival di musica rock e non solo in piazza».

Quando?

«Più o meno fine agosto».

Ribadisce l’idea dello sbigliettamento?

«Certo, come accade per Ferrara Sotto le Stelle, questo perché con le misure di sicurezza la piazza andrebbe comunque chiusa e con un numero limitato di posti: prezzi non eccessivi ma programmazione di alto livello. Non dimentichiamo che l’anno prossimo è anche il quarantennale del mitico concerto dei Clash in piazza Maggiore e faremo qualcosa per ricordarlo...».

Solo la piazza o musica diffusa?

«Sarebbe l’occasione per allestire anche nel resto del centro spazi dedicati alla musica d’autore, gli interpreti ma anche gli autori, meglio se nuovi. Un festival che sappia parlare anche della parola scritta e non solo cantata e vorrei fosse trampolino per nuovi autori e nuovi intepreti. Ma abbiamo un’altra celebrazione importante...».

Quale?

«Il 14 giugno 2020 Guccini compie 80 anni: vogliamo e dobbiamo organizzare qualcosa in suo onore, per rendere omaggio a una delle penne e delle voci più autorevoli del Novecento».

Anno caldo, il 2020.

«Cadranno anche i 40 anni di Ustica e del 2 agosto. Ci sarà una riflessione da fare a settembre ma sicuramente la parte musicale e culturale è importante. Entrambe finora hanno scommesso sul contemporaneo e su nuove produzioni: rilanciare un messaggio civile e la musica è il megafono fondamentale».

Come procede l’idea di agevolazioni fiscali ai locali che fanno musica live?

«Parliamo dei club. Sia Estragon che Covo (e peraltro anche lui celebra il quarantennale e stiamo pensando con loro a un festival ad hoc) sono a un giro di boa generazionale: li appoggeremo in svariate iniziative. Con locali jazz come Cantina Bentivoglio o Bravo Caffè ci siamo presi l’impegno di agevolarli fiscalmente. Ma attenzione, non aiuti a pioggia: solo a quei locali che propongono musica di qualità e rispettano il lavoro degli artisti».

E lei che musica ascolta?

«Intanto le dico che mi sono mangiato le mani a vedere Thom Yorke a Ferrara e non averlo in piazza Maggiore... Ultimamente sono tornato a Dylan e Springsteen... ma con tutte le differenze del caso, anche un rapper come il napoletano Liberato che non si è ancora ‘normalizzato’ come tanti altri. Capisco che sui primi due cito degli autori simili a quelli del mio predecessore Ronchi... però lui in campo musicale ha più competenze di me».

Il sogno in piazza?

«Dire Thom Yorke o il Boss sarebbe banale, però portare in piazza Maggiore Tom Waits sarebbe un’altra cosa: vedo un evento come quelli di Patti Smith in passato, costruire relazioni culturali con il pubblico e non solo un grande evento».

A che punto siamo con La casa della Musica di Paolo Fresu?

«Pronti. Un percorso didattico con le registrazioni live bolognesi salvate e ritrovate e anche mostre temporanee. Tutto nello spazio del ballatoio all’ultimo piano di SalaBorsa. Apertura entro il 2020».

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