Ghemon: "Ecco il mio momento perfetto"

Il cantante questa sera a Imola è l'ospite della nostra newsletter. "Ultimo album nato come terapia. La pandemia non ci impedirà di sognare"

Ghemon

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Bologna, 2 settembre 2021 - Come catturare il momento perfetto della propria esistenza e farlo diventare gioia condivisa da tanti? Ci riesce, il pop, quando viene declinato nelle sue interpretazioni più alte. Come quella che ha offerto al suo pubblico Ghemon , vero nome Gianluca Picariello, nella scorsa edizione di Sanremo, con una canzone che si chiamava proprio così, Momento perfetto . L’artista, solide radici nell’hip hop, che adesso mescola con una forte attenzione per la forza seduttiva della melodia, si esibisce questa sera all’interno del Festival Imola in Musica (Piazza Matteotti, ore 22, prenotazione su www.vivaticket.com).

Ghemon, dopo Sanremo, un nuovo album, ‘E vissero felici e contenti’, che arriva a meno di un anno dal precedente ‘Scritto nelle stelle’. Ma non si dice che non va più di moda fare i dischi lunghi? "Mode dalle quali cerco di tenermi lontano. Per me la musica è semplicemente espressione di una urgenza. Io faccio quello. E’ la mia terapia. AI tempi bui del lockdown ho reagito così, sembrerà retorica dire che scrivere le canzoni del nuovo disco è stata una maniera, l’unica che avevo a disposizione, per cercare un po’ di luce, per dimostrare, a me stesso innanzitutto, che il futuro migliore deve ancora arrivare. E io voglio raccontarlo".

Un disco scritto in piena pandemia, che non sembra riflettere quel clima asfissiante. "Al contrario, parlavo di reazione. La mia è stata questa, cercare nel sorriso, nello sguardo che si posa su tutto quello che dobbiamo ancora scoprire e che ci aspetta lì fuori, il senso dell’esistenza. E non sarà una terribile pandemia a impedirci di sognare. Sogni con i quali ho voluto offrire al pubblico una via di fuga dalle giornate che vivevamo".

Lei ha sempre scavato a fondo nelle emozioni, tanti suoi dischi precedenti sono esercizi di introspezione, anche profonda. "Sì, crescendo ho scoperto il piacere del sorriso, del gioco, di una maggiore leggerezza liberatoria. Mi ha molto aiutato la passione, coltivata negli ultimi anni, per la stand up comedy, che ho studiato, per apprenderne le regole complesse che portano un discorso a diventare comico, mescolando vita di ogni giorno e storie surreali. Lo scorso anno, nel tour estivo, poi ridotto a poche date per le restrizioni, avevo in ogni spettacolo dei giovani comici ospiti, con i quali, oltre a cantare, duettavo. Valerio Lundini e Michela Giraud sono stati per me, per la mia musica, una grande fonte di ispirazione. La stand up comedy gravita intorno alla parola".

Come l’hip hop, il suo linguaggio sonoro delle origini. "L’hip hop è la base, le radici di quello che sono adesso. Un suono che proprio intorno alla comunicazione si sviluppa, che esalta la capacità di far entrare, attraverso la parola, le persone in relazione tra loro. Una musica che ne ha poi incontrate altre, il soul, il funk, la canzone, anche la dance elettronica. Un fusione che il mio nuovo album, E vissero felici e contenti , rappresenta perfettamente".

Cosa canterà a Imola? "Le canzoni degli ultimi due dischi con una sorpresa. Proporrò alcuni monologhi inediti decisamente comici, prove generali di uno spettacolo teatrale che vorrei presto portare in teatro".  

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