Film su Lamborghini, via alle riprese. Reggiani. "Io sono il giovane Ferruccio"

Bologna, 7 aprile 2018 - C’era una volta un sognatore. Le favole iniziano tutte così: c’era una volta. Un sognatore di quelli che in America battezzano self made man e che piacciono tanto a Hollywood. Che infatti ha deciso di farci un film, forse ricordando tutte le Lamborghini guidate sui set e fuori, da star affamate di lusso e velocità.

Dunque, oggi a Cento il primo ciak di Lamborghini inteso come Ferruccio, il padre fondatore dell’azienda. Uno che appena tornato dalla guerra mise in pratica quello che aveva imparato mettendo le mani nel ventre dei mezzi dell’esercito, dando vita a un’azienda di trattori all’avanguardia. Poi il passo alle automobili di lusso, per completare l’arco della leggenda. Il film diretto da Robert ‘Bobby’ Moresco (Oscar per la sceneggiatura con Crash e già quel titolo forse era premonitore) parte proprio da qui: il ritorno del giovane Ferruccio dalla guerra. Ora, se il protagonista adulto avrà il volto di Antonio Banderas – mentre Enzo Ferrari sarà Alec Baldwin –, nel vestito e nel cuore del giovane Lamborghini si cala un giovane attore bolognese che ha sbaragliato una feroce concorrenza: Romano Reggiani.

Dunque, Reggiani, oggi il battesimo sul set di un filmone internazionale.

«Eh sì, il film inizia con me, con il mio ritorno dalla guerra, alla campagna di Cento. E poi via via ecco che darò vita alla mia fabbrica di trattori e su, negli anni, mi ‘trasformerò in Banderas».

Come ha ottenuto il ruolo?

«Tantissimi provini, sfidando tantissimi miei colleghi più o meno coetanei...».

Recitando naturalmente in inglese...

«Per niente facile anche se mi piace recitare in americano perché mi permette di uscire dai cliché della lingua».

Ovvero?

«Recitando in italiano è inevitabile cadere dentro gli standard: è la mia lingua madre quindi quando devo dire grazie o chiedere un caffè viene spontaneo fare riferimento alla mia intonazione quotidiana. Usando un’altra lingua esci da questi standard, ti cali meglio nel personaggio».

Ma lei, prima dei provini, a che livello conosceva la figura Lamborghini?

«Premetto, non sono un fanatico delle auto però quando vedevo una Lamborghini mi voltavo, come tutti. Poi mio padre era un grande fan della Miura... Ho studiato la storia di Ferruccio, ho letto il libro scritto dal figlio Tonino. E ci sono proprio i meccanici della Lamborghini che mi stanno seguendo per insegnarmi i segreti del motore».

E per entrare nella pelle del personaggio?

«Una cosa che certamente mi aiuterà molto è indossare costumi d’epoca che finiranno per agevolare anche la mia fisicità. Poi abbiamo lavorato molto con Moresco sulla sceneggiatura per entrare nella psicologia: Lamborghini era uno fuori dal comune, un sognatore, voleva raggiungere gli obiettivi a tutti i costi, sacrificando tutto. Una vita esagerata, un personaggio hollywoodiano: quasi quasi qui è visto come uno Steve Jobs o un Bill Gates».

Giovane Lamborghini ma anche giovane Banderas. Bella responsabilità...

«Sto studiando per diventare Lamborghini ma al tempo stesso devo essere credibile come giovane Banderas prendendo i suoi atteggiamenti, evidenziando nella parlata anche una lieve cadenza ispanica. Poi mi truccheranno: avrò anche lenti a contatto per fare diventare marrone il colore dei miei occhi. Con un certo look ci assomigliamo anche un po’...».

Torniamo al provino: il momento in cui ha avuto la certezza di aver vinto.

«Alla fine di una giornata delirante e stressante di provini. Osservavo i miei concorrenti con la frustrazione di essere arrivato al rush finale senza tagliare il traguardo per primo. Poi Moresco mi chiama in ufficio e fa: ‘Vorresti fare questo ruolo per me?’ e io d’impeto scherzando gli dico ‘no’. Tre secondi di pauroso silenzio, poi è scoppiato a ridere. Che dice? Ho rischiato?».