Landis: "Vi svelo i segreti dei Blues Brothers"

Domenica la pellicola restaurata chiude il ‘Cinema Ritrovato’. Il regista tiene un corso in città: formerà 20 nuovi talenti della cinepresa

John Landis, 71 anni, è in città insieme a sua moglie Deborah Nadoolman (70)

John Landis, 71 anni, è in città insieme a sua moglie Deborah Nadoolman (70)

Bologna, 30 giugno 2022 - John Landis, il papà dei Blues Brothers , ma anche di Animal House , Una poltrona per due , Un lupo mannaro americano a Londra , Tutto in una notte e pure regista del video a super budget Thriller per Michael Jackson , è a Bologna. Sarà sotto le Due Torri per dieci giorni, come docente della masterclass della International Filmaking Academy , che forma 20 registi emergenti in arrivo da tutto il mondo. Con lui la moglie Deborah Nadoolman , colei che ha forgiato il look iconico dei Blues Brothers : il film, nella versione 4k di 148 minuti, chiuderà il Cinema Ritrovato domenica, con la presentazione di Landis e sua moglie all’insegna del divertimento – come quando rimembrano aneddoti di quel set scoppiettante – davanti a un parterre da oro olimpico.

Signor Landis, lei girò The Blues Brothers , un soul musical, nel 1979, un periodo in cui andava solo musica bianca come la Disco o la No Wave. Come le venne in mente di andare così controcorrente?

" Dan Aykroyd , in particolare, e John Belushi amavano moltissimo il rhythm’n’blues e proprio Dan voleva riportarlo all’attenzione del pubblico, in un momento in cui, effettivamente, c’erano solo Abba e Bee Gees , al punto che anche i musicisti neri facevano disco. Dan era quasi evangelico nel suo amore per questa musica e infatti la frase che usiamo ‘ siamo in missione per conto di Dio ’ era il mio modo per prendere in giro questa sua passione. Dan ha anche portato avanti una trasmissione radiofonica sull’r’n’b per 40 anni".

Ci sono scene dei Blues Brothers che oggi girerebbe di nuovo e diversamente?

"Vorrei poter girare di nuovo le scene musicali, perché è vero che Dan Aykroyd e John Belushi sono stati eccezionali, ma non erano veri ballerini, tanto che secondo me Aykroyd si è rovinato per sempre un ginocchio. A Chicago girammo tutte le scene di ballo con ballerini non professionisti. Volevo dare l’idea di ballo raffazzonato, da gente presa per strada. Le uniche scene con professionisti sono quelle in chiesa quando Jake e Elwood incontrano il reverendo James Brown, che tra l’altro non riusciva a ballare e cantare contemporaneamente. Quando poi sono tornato a Los Angeles per il montaggio, a un certo punto davanti alle scene di ballo ho pensato: ‘accidenti, ma che disastro... questi proprio non sanno ballare’ . Alla fine sapete meglio di me che ho tenuto tutto quello che avevo girato, perché lo charme dei Blues Brothers deriva proprio da questi balli amatoriali".

Signora Nadoolman, lei come inventò il look dei Blues Brothers?

"Innanzitutto voglio ricordare che ho vestito per ben due volte Aretha Franklin e questa è stata la grande impresa… Poi parlerò dei Blues Brothers . E la storia inizia con il fatto che la produzione dei Wayfarer era ferma già da tempo, e poi John e Dan non indossavano né cappello né giacca. Ho voluto le giacche che erano a due o tre bottoni: erano come Stanlio e Ollio , uno alto e secco e l’altro che si espandeva in maniera più orizzontale… Per gli occhiali dovetti girare tantissimo, da Harlem a Los Angeles, e ne trovai 10 per Dan e 10 per John, che li perdeva continuamente, perché ogni volta che vedeva una ragazza se li toglieva e li dimenticava da qualche parte. Pensate che venne Paul Brickman , regista di Risky Business , che voleva quegli occhiali da far indossare al protagonista del film, Tom Cruise . Poi gli stessi occhiali si sono rivisti in Le Iene e in Men in Black ".