Lella Costa a Bologna: "Donne che fanno bello il mondo"

Da domani a domenica l’attrice porta al Duse cento ‘ritratti’ femminili. Da Tina Anselmi a Marie Curie, da Elsa Morante a Maria Callas

Lella Costa si ispira a ‘Il catalogo delle donne valorose’ di Serena Dandini

Lella Costa si ispira a ‘Il catalogo delle donne valorose’ di Serena Dandini

Bologna, 31 marzo 2022 - ‘Se non posso ballare… non è la mia rivoluzione’, scriveva Emma Goldman, donna brillante, coraggiosa, combattiva. Sono tante, tantissime, le donne intraprendenti, controcorrente, che hanno lottato per raggiungere traguardi che sembravano inarrivabili. Per uno strano sortilegio, però, vengono ricordate raramente e con difficoltà appaiono nei libri come maestre e pioniere.

Lella Costa – attrice, scrittrice e doppiatrice milanese – ne porta in scena un centinaio: da Mary Anderson, che ha ideato il tergicristallo, a Maria Telkes, alla quale si devono i pannelli solari. Passando per Marie Curie, Nobel per la fisica e Olympe De Gouges che scrisse la Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina. E ancora, Tina Anselmi, primo ministro della Repubblica italiana; Maria Callas con la sua voce immortale, come immortale è il canto poetico di Emily Dickinson.

Da domani a domenica, ’Se non posso ballare… non è la mia rivoluzione’ sarà al teatro Duse (domani e sabato alle 21, domenica alle 16). Ispirato a I l catalogo delle donne valorose di Serena Dandini, il progetto drammaturgico è di Serena Sinigaglia, con la scrittura scenica di Lella Costa e Gabriele Scotti.

Lella Costa, porterà sul palco cento donne. Una al minuto?

"Ognuna di queste donne – che sono una minima parte delle donne che hanno contribuito a far bello il mondo – viene evocata attraverso un racconto, una frase, un’immagine, una musica, per dare il senso di quel ballo già citato nel titolo. ‘Se non posso ballare’ è una meravigliosa metafora di quello che ci sta a cuore. È come se si pensasse – e questo è un antico equivoco – che i contributi delle donne siano sempre e solo a favore del genere femminile. Invece quello che hanno fatto e creato queste donne, lo hanno fatto per il mondo intero. Se si riesce a entrare in questa logica e capire che non siamo solo una corporazione, le cose possono cominciare a cambiare. E, forse, bisogna iniziare a cambiarle raccontando, più che altro…".

Sul palco ci saranno Saffo e Ipazia ma anche Franca Valeri ed Elsa Morante…

"Può sembrare audace, ma in questa scelta c’è anche una dimensione di gioco – che non deve mai mancare – e la volontà di sorprendere. In fondo, tutte queste donne hanno qualcosa in comune. In tutte loro c’è coraggio, capacità di anticipare i tempi, di essere anticonvenzionali, di sorprendere, di battersi e di farsi valere. Insomma: c’è ’tanta roba’, come si dice".

Se potesse, con quale di queste donne vorrebbe fare un ballo, o una rivoluzione?

"È difficile... Forse in questo periodo, in cui la guerra ci tocca così da vicino, Elsa Morante. Ho scelto dei versi meravigliosi dal suo Il mondo salvato dai ragazzini . A un certo punto dice: "La vostra guerra non è la nostra, noi siamo per l’allegria e la grazia. Ossia la felicità" . Oppure Lucia Apicella, che subito dopo la seconda guerra mondiale, si è sentita in dovere di cercare i resti dei soldati tedeschi e a dare loro una sepoltura".

Tra le donne geniali in scena ci sarà anche qualche bolognese?

"C’è Raffaella Carrà! E c’è anche Laura Bassi, che la seconda donna laureata al mondo. Oltre ad essere la prima donna titolare di una cattedra, per di più in Fisica Sperimentale".

 

 

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