Lodo Guenzi: "Debutto nel cinema, ma amo di più le serie"

Il frontman dello Stato Sociale: "Mio padre è un professore universitario, mi è venuto spontaneo non fare l’università nella vita"

Lodo Guenzi, leader dello Stato Sociale

Lodo Guenzi, leader dello Stato Sociale

Bologna, 30 giugno 2019 - È giovane (classe 1986) ma ha già fatto tanto. La musica con Lo Stato Sociale poteva bastare a chiunque, pare non a lui che poi ha condotto il concertone del Primo Maggio a Roma e ha sostituito Asia Argento come giurato di X Factor. E anche questo non basta. Ed ecco che Lodo Guenzi, alla ricerca costante di nuove scariche di adrenalina professionale, debutta come attore nel nuovo film di Antonio Pisu Dittatura Last Minute che si girerà da ottobre (prodotto da Genoma Films), storia di un terzetto di ragazzi – storia vera – che nel 1989, vigilia della caduta fragorosa del Muro, intraprendono un viaggio dalla Romagna solatia alla Romania non proprio, all’epoca, solare. Con avventure e disavventure annesse e connesse.

Lodo, si rimette in gioco con il cinema che lei amerà molto, immagino...  «Non sono un appassionato di cinema».

Ah no? «Preferisco le serie tv».

Tipo? «Mi è piaciuta Chernobyl: siamo sul confine, quando la cronaca diventa storia. E in qualche modo mi riguarda: anch’io ero uno di quei bambini ‘sottovento’ a rischio fallout, cresciuto con questo incubo misterioso...».

Altra serie del cuore? «Misfits, una serie britannica su un gruppo di adolescenti costretti ai lavori sociali che acquisiscono superpoteri».

Le vede su Netflix, Amazon... «Nooo, sono assolutamente ‘clandestino’».

Adesso debutta come attore... «Al cinema perché teatro l’ho già fatto, nel Giardino dei ciliegi prodotto da Ert».

Ecco un’altra cosa, appunto. La passione per la recitazione? «Ho studiato arte drammatica all’accademia ‘Nico Pepe’ di Udine Sa chi era Nico Pepe? Il Pantalone storico di Strehler».

Ma sul set vorrebbe fermarsi un po’? «Questo potrebbe essere il mio primo film e contemporaneamente anche l’ultimo».

La spinta propulsiva? «Sono curioso, amo sempre mettermi in gioco, affrontare territori che non conosco. Ne avevo voglia e c’era un progetto con il regista Max Croci che non è andato in porto perché purtroppo lui è venuto a mancare l’anno scorso. Poi mi hanno mandato questa sceneggiatura...».

Voglia di buttarsi senza rete. «Bebo mi dice sempre: ‘Tu sei un cane da tartufo da adrenalina’».

E cosa l’ha convinta di ‘Dittatura Last Minute’? «Il fatto che fosse una storia vera, il fatto di aver conosciuto uno dei veri protagonisti, il fatto che gireremo a Cesena e poi a Bucarest... voglia di avventura: in quel momento avevo bisogno di qualcosa che mi desse uno stimolo».

La band non stimola più? «Invece no, eccome. Ma i tempi dello Stato Sociale non si comandano: possiamo scrivere un nuovo disco fra due settimane o fra due anni».

Con gli altri del gruppo come va? «Condividiamo tutto e collaboriamo. Albi ha finito un libro che uscirà in autunno, è un progetto suo, oppure la graphic novel di Bebo... ne parliamo, siamo un collettivo dove ciascuno si ritaglia i propri spazi di libertà».

La recitazione sembra una strada sulla quale si potrebbe incamminare ancora per un pò... «La passione nasce dalla voglia di non stare seduto davanti a un banco scolastico, ma dalla voglia di tenere banco per strada. Mio padre è un professore universitario... mi è venuto spontaneo non fare l’università nella vita».

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