Lorenzo Mattotti: "Per Venezia ho creato una leonessa"

Il fumettista e regista ha realizzato il nuovo logo per la Mostra del cinema: "Un simbolo potente, con però un linguaggio nuovo"

Lorenzo Mattotti, fumettista e creativo, ha forti legami con Bologna

Lorenzo Mattotti, fumettista e creativo, ha forti legami con Bologna

Bologna, 29 luglio 2022 - A 90 anni dalla sua nascita, il leone di Venezia, simbolo della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia 2022 (dal 31 agosto al 10 settembre), si è trasformato in una leonessa che vola, con una maestosa criniera di capelli rossi e una leggiadria ben poco aggressiva. L’autore di questo manifesto è Lorenzo Mattotti , negli anni Ottanta tra i fondatori a Bologna del collettivo di fumettisti Valvoline (ispiratore di esperienze quali Hamelin e di conseguenza Bil Bol Bul ) e con ancora tanti legami in città. Per lui è il quinto anno di collaborazione con Venezia (anche la sigla del festival è la sua da quattro anni) ed è come suggellare la sua relazione amorosa col cinema, iniziata da piccolo e portata avanti con tante collaborazioni. E pure con un film. L’intuizione sul femminile è un concetto che aveva già introdotto col manifesto d’esordio del 2018 attraverso l’idea di una ragazza che guarda attraverso un obiettivo che è poi la terra.

Mattotti, una leonessa forse non se l’aspettava nessuno. Come è arrivata questa intuizione?

"Col mio staff ho dovuto lavorare parecchio, perché c’erano varie direzioni e poi è arrivata la leonessa, perché ricorrono 90 di Mostra, cercavamo qualcosa di classico che però fosse anche diverso e avesse un contenuto nuovo, ma con un legame ai vecchi manifesti. Il leone è un simbolo di potere, aggressivo, e quindi cercavamo come mantenere la forza e l’evocazione, ma con un messaggio nuovo".

Questo lavoro rappresenta forse un traguardo nel mondo del cinema che lei ha iniziato a frequentare fin da piccolo?

"E’ vero. Nel paese dei nonni, negli anni Sessanta c’era il cinema Mattotti, del fratello di mio nonno che era il sindaco, era sia al chiuso che all’aperto: noi avevamo le tessere gratis e quindi passavamo tanto tempo a vedere i film. Poi ho sfiorato il cinema tante volte, riuscendo a realizzare un mio film d’animazione, ’La famosa invasione degli orsi in Sicilia’ che si ispira al libro di Dino Buzzati e che nel 2019 ho portato a Cannes. Quella è stata una grande avventura, durata sei anni. Ancora prima avevo collaborato a ’Eros’ di Wong Kar-wai, Michelangelo Antonioni e Steven Soderbergh".

Per lei anche Bologna rappresenta un legame col cinema?

"Conosco bene la Cineteca cui ho donato le pizze del mio primo film del 2007, il lavoro collettivo ’ Peur(s) du noir - Paure del buio’ . Avevo diritto alle pizze, allora in pellicola e le ho date a loro, sono in buone mani".