Lucio Dalla 4 marzo, a Bologna successo per il concerto tributo / FOTO

Una serata omaggio con brani intepretati dai suoi amici. "Le sue canzoni erano luci da accendere quando tutto si fa buio"

Tanti Vip e amici al Comunale per ricordare Lucio Dalla

Tanti Vip e amici al Comunale per ricordare Lucio Dalla

Bologna, 5 marzo 2019 - Lucio Dalla scriveva canzoni pop come fossero sinfonie. Stesso rigore compositivo, stesso utilizzo dei ‘movimenti’ sonori, uguale attenzione per la rigidità della partitura. Da questo metodo di lavoro – che lo portò poi a realizzare anche opere ‘classiche’ – ha attinto Beppe D’Onghia, protagonista, ieri, insieme all’Orchestra del Teatro Comunale, della serata omaggio a ‘Lucio Dalla’: rilettura creativa, al tempo stesso originale e fedelissima del disco, a 40 anni dalla sua pubblicazione.

In un teatro tutto esaurito come nelle grandi occasioni, il direttore d’orchestra – che ha accompagnato a lungo il cantautore bolognese e che nel 2016 ha vinto Sanremo dirigendo gli Stadio in ‘Un giorno mi dirai’ – ha chiamato a raccolta, su incarico della Fondazione Lucio Dalla, amici e collaboratori dell’artista (foto), ma anche giovani musicisti che, per vie diverse, hanno guardato al suo patrimonio culturale.

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D’Onghia ha dimostrato come sia possibile rispettare un lavoro tra i più significativi per la canzone d’autore nazionale, dandogli però una veste inedita che non sa mai di rievocazione, ma ne trasporta i contenuti nell’attualità. Un compito arduo, visto che nell’album del 1979 erano già presenti gli arrangiamenti degli archi curati da Gian Piero Reverberi.

Merito, certo, anche di tutto quello che al Comunale intorno alla musica è stato costruito. Dalla c’era, era il conduttore della serata, con i tanti inserti audio ripescati negli archivi della Pressing, la sua casa discografica, commenti, come era sua caratteristica, pungenti, sarcastici, visionari. Uno sguardo sul mondo, il suo, descritto da Walter Veltroni, storico amico e ammiratore del cantautore, presente in video, come quello di un artista «che ha avuto per la musica lo stesso valore e importanza di Federico Fellini per il cinema. Perché Lucio creava quello che non c’era. Le sue canzoni erano luci da accendere quando tutto si fa buio».

Lo spettacolo ha alternato l’esecuzione integrale dei brani di ‘Lucio Dalla’ con intermezzi teatrali, le animazioni di Stefano Cantaroni e Gabriel Zagni e una piccola invasione tra il pubblico di un corpo di ballo sulle note di ‘Tango’, splendidamente interpretata da un ispirato Luca Carboni, nonostante un microfono che non si decideva a funzionare. «Uno scherzo di Lucio, che vuole farci sapere che questa sera lui c’è», ha commentato Gaetano Curreri, che ha aperto il concerto con la sua versione di ‘L’ultima luna’, seguito da Francesco Gabbani con ‘Stella di Mare’, e poi Renzo Rubino con ‘La signora’, Giovanni Caccamo con ‘Milano’, Marco Masini con ‘Anna e Marco’, Carboni, Lo Stato Sociale con ‘Cosa Sarà’, Iskra Menarini e Graziano Galatone con ‘Notte’.

Ha chiuso, prima dei saluti finali, Ron, con una magistrale esecuzione di ‘L’anno che verrà’. Prima di lui, ancora le parole di Dalla, ‘Sarà l’amore che ci salverà’. Applausi, richieste di bis, immancabile selfie con il pubblico alle spalle e l’appuntamento al prossimo anno, qui al Teatro Comunale, come ha auspicato Beppe D’Onghia, con l’arrangiamento per orchestra dell’altro capolavoro del cantante bolognese, ‘Dalla’, che nel 2020 compie 40 anni.

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