Mad Professor a Bologna: "Il dub ha cambiato la musica"

La leggenda inglese di mixer e sintetizzatori stasera al parco della Montagnola. "Questo genere trasporta gli ascoltatori in un universo parallelo ricco di sogni"

Mad Professor

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Bologna, 15 luglio 2022 -  Il dub è un suono che ha la capacità di trasportare l’ascoltatore in una dimensione spaziale, di far perdere le sensazioni fisiche per viaggiare verso galassie lontane, avvertendo l’impressione di perdersi nella musica. Succede, quando a manipolare mixer e sintetizzatori analogici ci sono i maestri di questo linguaggio nato per le strade di Kingston, Giamaica, negli anni 60, che ha influenzato non solo il reggae, ma tutta l’elettronica contemporanea. Come Mad Professor , pseudonimo di Neil Joseph Stephen Frazer , che è diventato l’artista di riferimento della scena dub inglese e che questa sera si esibisce a Frida nel Parco, nel Parco della Montagnola (ore 21, ingresso libero).

Frazer, quali sono gli elementi che rendono il dub una musica così importante e unica?

"Sicuramente il suo costante rapporto con la tecnologia, che ne ha caratterizzato la nascita e lo sviluppo, dagli anni 60 a oggi. È un suono che si è sempre evoluto in relazione con le trasformazioni degli strumenti elettronici, forse è il linguaggio sonoro che più di tutti si è modificato con l’evolversi delle macchine. Ed è la musica che ha consacrato definitivamente il mixer, lo studio di registrazione come elemento attivo, organico, nella stesura di una partitura. Partendo da piccole sale di Kingston, dove tecnici e produttori rivestivano il ruolo di musicisti".

Come lei...

"Sì, io sono prima di tutto un ingegnere elettronico e poi un artista. Se non avessi avuto le conoscenze derivanti dai miei studi, non avrei saputo trasformare i registratori a bobine in strumenti musicali, a usarli come fossero una chitarra o una batteria. Il dub ha una capacità unica, quella di far entrare l’ascoltatore in un mondo parallelo, di lasciarlo rincorrere i propri sogni. Si tratta di una continua successione di echi e riverberi, di ritmi sempre più dilatati, sino a diventare uno sfondo, sino a confondersi con l’ambiente e con la natura".

C’è stato un incontro particolarmente significativo per la sua carriera?

"Certo, quello con la stella del dub: Lee Scratch Perry . Un artista che con la sua tecnica e il suo approccio allo studio di registrazione ha contribuito allo sviluppo della carriere di musicisti come Bob Marley , al quale mise a disposizione la sua band, gli Upsetters , che cambiarono nome in The Wailers , e i Clash , che lo adoravano e che grazie a lui scoprirono l’incredibile patrimonio della musica giamaicana. Insieme, nel 1989 abbiamo registrato l’album Mystic Warrior , un omaggio alle radici del reggae e al suo messaggio universale di pace".

Il dub è ancora molto attuale?

"Sempre di più, proprio perché è una musica che gravita intorno all’evoluzione della tecnologia e quindi attrae tutti i giovani che si avvicinano alla produzione. Il dub ha dimostrato che la creatività non ha confini e che non è necessario essere dei virtuosi di uno strumento per esprimere se stessi. E entrare nella storia!".