Milva, il lascito trova casa a Bologna

Testi, foto e spartiti donati dalla figlia all’Ateneo, che progetta anche una mostra. "La collezione andrà alla Biblioteca delle Arti"

Milva, cantante e attrice originaria del Ferrarese, è scomparsa nell’aprile scorso

Milva, cantante e attrice originaria del Ferrarese, è scomparsa nell’aprile scorso

Bologna, 29 settembre 2021 - Una mostra per celebrare la donazione di Milva. L’università sta pensando di organizzare ad un anno dalla morte dell’artista (è scomparsa lo scorso 21 aprile) una grande esposizione in un luogo ancora da definire per mostrare il lascito che la figlia Martina Corgnati ha destinato al nostro ateneo. Si tratta di spartiti, copioni, testi, lettere, foto, raccolte di recensioni, locandine, programmi di sala ma anche vinili, dvd, nastri bobine e, soprattutto, premi e riconoscimenti come i quattro dischi d’oro e quello di platino. I biglietti di Strehler, le partiture di Battiato... "Non conosciamo ancora con precisione – spiega il professor Guglielmo Pescatore , presidente del sistema bibliotecario dell’università – la consistenza numerica dell’archivio che ho visitato a casa della signora. E’ un lascito non enorme ma prezioso".

Un lascito che assume ancor più valore visto che arriva, come sottolinea il rettore Francesco Ubertini, proprio nell’anno in cui si celebrano i 50 anni del Dams. Martina Corgnati , accademica e critica d’arte, ha spiegato molto bene le ragioni della sua scelta: "Tramandare la memoria di una grande interprete richiede non solo la conservazione adeguata e la digitalizzazione dei materiali ma un costante lavoro di studio e approfondimento".  

Professor Pescatore, quando arriverà e dove sarà accolta la donazione? "La proposta sarà analizzata il prossimo mese dal cda dell’ateneo. La collezione sarà destinata alla Biblioteca delle Arti che ha sede a Palazzo Marescotti in via Barberia e nel complesso di Santa Cristina ma non è stato ancora deciso in quale dei due poli sarà sistemata". In che tempi potrà essere consultabile? "Rapidi, pochi mesi. Ovviamente tutto il materiale andrà catalogato e via via digitalizzato. Penso alle foto e agli spartiti ma anche ai video e ai nastri. Sarà un fondo aperto agli studiosi ma anche agli studenti e laureandi. E’ significativo che la signora Corgnati voglia sostenere economicamente ogni anno una borsa di studio dedicata". Come è nato questo lascito? "La figlia ci ha detto che Milva si sentiva profondamente emiliana e che a Bologna era rimasta molto legata perché qui aveva vissuto in gioventù quando la famiglia si era trasferita da Goro. Ma, a parte questo, è la sua carriera d’artista a riflettere esattamente lo spirito del Dams e creare le giuste affinità elettive. Un’interprete che è passata dai brani popolari alla canzone di nicchia per approdare come attrice al Piccolo di Giorgio Strehler... Sono questi aspetti contrapposti a rappresentare perfettamente lo spirito del Dams". L’archivio di Milva è certamente di forte interesse e richiamo. La Biblioteca delle Arti possiede molti altri fondi? "Si sono andati arricchendo nel tempo. Penso a quello di Leo de Berardinis e anche al centro studi su Bruno Maderna. E poi le collezioni del compositore René Leibowitz, della critica di danza Vittoria Ottolenghi, del musicista Andrea Centazzo...Ma donazioni di artisti popolari come lei non sono frequenti".  

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