Pupi e Antonio Avati, grande festa per i 50 anni di carriera. Foto

L'evento a Budrio con tanti vip. Ecco chi c'era

Festa per i 50 anni di carriera dei fratelli Avati (FotoSchicchi)

Festa per i 50 anni di carriera dei fratelli Avati (FotoSchicchi)

Budrio, 4 ottobre 2018 - Un evento ‘relativamente’ misterioso (alias una festa a sorpresa) apre a Budrio il ciclo di appuntamenti con cui gli amici bolognesi dei fratelli Avati (l’organizzazione è di Chiara Caliceti) celebrano 50 anni di carriera – dal primo ciak di Balsamus, l’uomo di Satana – e 80 anni di vita del regista (FOTO). Al Teatro Consorziale di Budrio sono saliti sul palco una serie di personaggi legati al mondo avatiano, da Gianni Cavina ad Alessandro Haber, da Lino CapolicchioLina Sastri, poi Gianni Fantoni e tanti altri. 

Dal cilindro delle sorprese escono i 'vecchioni' del Piccolo Coro dell'Antoniano, le stesse voci, cresciute, che nell''82 allora diretti da Mariele Ventre apparvero nella serie 'Dancing Paradise', girata 36 anni fa. Musica protagonista anche con la Doctor Dixie Jazz Band, che suona la musica cara ad Avati.

Clarinettista promettente – una carriera ‘stroncata’ da un esordiente Lucio Dalla – rivale un tempo poi grandissimo amico, che gli rubò la scena con il proprio talento – rappresentante di surgelati, Pupi Avati venne folgorato sulla via di Damasco dalla visione di 8½ di Federico Fellini: sarà in quel momento che, comprendendo la differenza tra passione e talento, deciderà di diventare regista.  In coppia con il fratello Antonio è diventato uno dei registi più solidi, riconoscibili, amati del panorama non solo nazionale. Le atmosfere della sua Bologna, i ricordi e gli aneddoti più interessanti sono al centro di libri e film, e intrattengono generazioni di italiani. Questo tributo altro non è che l’abbraccio di Bologna a due dei suoi più grandi artisti e cantori.

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Ma tornando al debutto con Balsamus nel settembre del 1968, c’è un aneddoto diventato ormai leggenda. Pupi Avati conosce Bob Tonelli, il nano che poi apparirà in tanti suoi film (il figlio Steno diventerà scenografo-costumista in altri film avatiani). Sarà lui a presentargli un imprenditore bolognese che Avati continuerà a chiamare Mister X. Non si sa come, ma il regista debuttanre riuscirà a convincere Mister X a finanziargli il primo film e poi anche il secondo, Thomas o gli indemoniati. Due titoli che non riscuotono certo successo, anzi proprio due flop che scompaiono presto dalle sale. Al terzo tentativo di convincere Mister X a tirare fuori i soldi per un altro film, le porte si chiuderanno definitivamente.

Ma forse fu anche una fortuna: in quel momento arriverà la decisione di trasferirsi a Roma per tentare la carta del cinema vero. Il resto è storia. Storia ancora attuale, visto che da poche settimane gli Avati hanno terminato le riprese dell’ultimo film Il Signor Diavolo.

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