Rudeejay: "Bologna è ancora una porta sul mondo"

L'ospite della nostra neswletter racconta il suo ultimo lavoro e crea una play list tutta per i lettori del ‘Carlino’

Rudeejay, ospite della newsletter, ha creato una play list per i lettori del Carlino

Rudeejay, ospite della newsletter, ha creato una play list per i lettori del Carlino

Bologna, 23 aprile 2021 - Nei giorni della pandemia è stato il primo, in Italia, a intuire la necessità di tenere viva l’attenzione degli ascoltatori curando una lunga serie di dirette ogni volta da una discoteca diversa, a porte chiude, per rendere meno oscure le notti del pubblico che nei locali non poteva più andare. Nel frattempo, Rudeejay , vero nome Rodolfo Seragnoli, dj bolognese dalla fama internazionale, ha continuato a registrare nuove canzoni, tutte, come gli accade da anni, di respiro planetario.

Rudeejay, ha appena realizzato un nuovo disco con altri talenti bolognesi di grande notorietà all’estero . "Bologna è una città incredibile, continua a stupirmi, nonostante i miei quasi vent’anni di carriera. Non avrei mai pensato di poter registrare un nuovo lavoro in uno studio di via Frassinago, quello dei dj Technoboy e Tuneboy , un duo che, praticamente sconosciuto qui, riempiva, prima del virus, le enormi arene della dance mondiale, come i festival Creamfields e Tomorrowland, mettendo i dischi di fronte a platee di decine di migliaia di persone. Un altro piccolo miracolo del quale è capace questa città".

La scena, quindi, non si ferma.

"Sì, e questa vivacità di base, che nasce assolutamente sotterranea e poi conquista il mercato, non riguarda solo la musica. Penso alla realtà dei cosiddetti ‘ creators ’, ragazzi che si muovono sulla rete, con contenuti che influenzano i loro coetanei, fanno opinione, condizionano i gusti. Come il bravissimo Luis Sal, anche lui bolognese, in questo momento il più famoso in Ita lia".

Lei i confini italiani li ha varcati. "Quando si fa il mio mestiere e si ha la fortuna di vivere in una città dove la vita notturna e i lavori creativi che gravitano intorno, sono parte del tessuto sociale, si assorbono così tante suggestioni, e penso anche a quando le discoteche le frequentavo da cliente, che possono alimentare a lungo le produzioni discografiche. Io abito a Bologna, collaboro con dj superstar come l’olandese DJ Tiesto e i miei dischi escono per etichette di riferimento del mercato mondiale".

La vita notturna, prima della pandemia, era ancora così vitale a Bologna? "Poteva, e potrebbe, esserlo ancora di più. Rispetto alla popolazione giovanile cittadina, l’offerta non è all’altezza della richiesta. Specie nel centro storico. Mancano posti dove gli studenti possano andare a ballare dentro le mura, disco bar, piccoli club, come erano il Kinki e l ’Hobby One . Il pubblico c’è. Come è singolare il fatto che non esistano più vere discoteche estive. Una volta ce n’erano tante, e oggi, con i maggiori controlli sulle strade, riaprirle avrebbe un senso".

Tra i tanti locali bolognesi nei quali ha lavorato, ce n’è uno che ha lasciato un traccia profonda? "Sicuramente la stagione d’oro, primi anni 2000, dello Chalet delle Rose a Sasso Marconi, con le storiche serate Docshow, Ricordo l’attesa per le inaugurazioni, la fila per entrare che si snodava sino alla campagna, i viali tappezzati di manifesti che pubblicizzavano le serate. E soprattutto, i frequentatori che arrivavano da ogni angolo d’Italia, per vivere quella specie di sospensione temporale che solo le grandi discoteche possono regalare". Rudeejay per i lettori del ‘Carlino’ ha creato una play list in ’esclusiva’ su Spotify: https://open.spotify.com/playlist/0Y6M1XsL5cYf3jVHJqo8OX?si=AdA6AcX-R3yVHTSsbDfctg : una ventina di brani da Lucio Dalla a Mr. Oizo passando per i Lùnapop.

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