Stato Sociale: La voce del padrone è reggae

Esce l’album del collettivo Garrincha All Stars. Draicchio: "Non è un omaggio postumo a Battiato, ma un lavoro di quattro anni"

Lo Stato Sociale, che il prossimo anno festeggia il decennale

Lo Stato Sociale, che il prossimo anno festeggia il decennale

Bologna, 24 settembre 2021 - Vibe, vibrazione, espressione che ricorre nell’universo del reggae, che proprio sulle ‘buone vibrazioni’, ha costruito la sua leggenda. Un suono che il collettivo di musicisti Garrincha All Stars, che gravita intorno alla casa discografica bolognese Garrincha Dischi, l’etichetta dello Stato Sociale, Bluebeaters, Cimini e tanti altri ha utilizzato per La vibe del padrone disco omaggio al capolavoro di Franco Battiato, La voce del padrone.

Francesco Draicchio, lei è uno dei componenti dello Stato Sociale. Battiato e il reggae sembrano due mondi molto lontani. "Sì, Battiato ha esplorato linguaggi diversi, è arrivato al suo pop d’avanguardia dopo essere stato un ricercatore elettronico, penso ai dischi dei suoi esordi. Rileggerlo in chiave reggae era una aspirazione che ci affascinava proprio perché è una musica che non ha mai coltivato, volevamo trasformare le sue canzoni in inni dallo spirito giamaicane, ballate intrise delle atmosfere delle strade di Kingston".

Come è nato il disco? "Come molte delle nostre produzioni. Giocando nel nostro studio casalingo, che è il luogo di incontro di tutti gli artisti che gravitano intorno a Garrincha. E’ il nostro spazio collettivo, dove ognuno porta le proprie idee, che sviluppiamo insieme, coinvolgendo cantanti e musicisti di provenienza diversa. Un metodo che, oltre che nei nostri dischi come Stato Sociale, abbiamo utilizzato per produrre l’album Come è profondo il levare, dove, sempre in versione reggae, abbiamo riletto il lavoro di Lucio Dalla".

Dalla e Battiato, due icone. "Due importanti punti di riferimento per la costruzione della nostra poetica, della nostra identità come gruppo. Sono stati gli ascolti che più ci hanno aiutato a diventare quello che siamo adesso. Sono cantautori la cui discografia, tra dischi ‘rubati’ da casa dei miei genitori e quelli che ho acquistato, è stata una delle mie, e anche degli altri Stato Sociale, principali fonti di ispirazione".

Quando avete iniziato a lavorare a ‘La vibe del padrone’? "Il disco non è un omaggio postumo al Maestro. E’ un lavoro durato quattro anni, abbiamo fatto le prime registrazioni nel 2017, con l’idea di fare dello studio un vero strumento musicale, un elemento vivo nella realizzazione del disco, proprio come avviene con le produzioni reggae in Jamaica. Ne è uscito un lavoro che rispetta, a nostro avviso, le composizioni originali, avvolgendole in una atmosfera ‘esotica’, circondate da echi e riverberi, da effetti, da un senso della profondità e dello spazio che è proprio del ‘dub’, la versione strumentale del suoni giamaicano, dove l’elettronica ha un ruolo centrale. Una scelta che è anche un invito alla riscoperta del Battiato sperimentale dei primi anni 70, di album come Clic ".

Il disco celebra i 40 anni dall’uscita di ‘La voce del padrone’. Nel 2022 festeggerete il vostro decennale. "Nel 2012 pubblicavamo Turisti della democrazia, il nostro esordio, e proprio intorno a quell’album graviteranno le iniziative per i primi dieci anni di Stato Sociale. Nel frattempo, concluderemo il nostro tour estivo con un concerto gratuito il 2 ottobre al Mini Big Love Days a Varano de’ Melegari, in provincia di Parma".

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