Teatro comunale Bologna, Macciardi: "Spettacoli in Fiera dal nuovo anno"

Il sovrintendente: "Spero nei tempi. Quale padiglione lo deciderà il Comune, su base tecnica. Vorrei un grande palco, ma poca formalità. Sarà l’occasione per vedere produzioni allestite ad hoc"

Il sovrintendente del teatro, Macciardi

Il sovrintendente del teatro, Macciardi

Bologna, 24 settembre 2022 - Il trasloco del Comunale è già iniziato, almeno in parte, e il sovrintendente Fulvio Macciardi, impegnato in questi giorni con la partecipazione di Orchestra e Coro al Festival Verdi di Parma, è già nei nuovi uffici amministrativi di via Zamboni, al piano nobile del palazzo che affianca Largo Respighi.

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Maestro, è questo il primo passo nel trasloco del Teatro, in vista dei lavori?

"Certamente. Gli uffici sono già ricollocati qui e in via Oberdan, dove ha sede la Scuola dell’Opera. Lo spazio teatrale sicuramente sarà in un padiglione della Fiera, ma quale non è ancora definito. Ci sono dettagli tecnici: ad esempio, l’aumento dei costi energetici non può essere ignorato in un progetto simile, sconsigliando la scelta di un padiglione troppo grande. A me sarebbe piaciuto il teatro-tenda, ma nei prossimi anni la città sarà investita da vari e importanti cantieri (tram, passante, ecc.) che impediscono d’individuare collocazioni durevoli per una grande tensostruttura, nell’ovvia impossibilità di spostare il tutto ogni sei mesi. La scelta finale sarà del Comune, che da normativa è tenuto a dare al teatro – di cui il sindaco è presidente – una sede idonea. Poi i tempi per l’adeguamento saranno relativamente brevi: ho in mente un ampio palcoscenico, che solletichi l’inventiva dei nostri registi, e una grande platea poco formale, che favorisca un allargamento del pubblico verso le nuove generazioni. Insomma: non vivo questa esperienza come una penalizzazione, ma un potenziale arricchimento; e conterei di finire la stagione corrente nella sala del Bibiena, per cominciare a gennaio nella nuova sede".

Con quale programma?

"Il cartellone è definito da tempo, tenuto presente che, ovunque saremo, non avremo a disposizione uno spazio teatrale, con le sue tipiche caratteristiche tecniche: dovremo quindi rinunciare a importare allestimenti da fuori, creando invece produzioni site-specific, che richiedano spazi di manovra soltanto laterali e non dall’alto. Spero di poter comunicare la nuova stagione a metà ottobre, in concomitanza con la ripresa degli spettacoli operistici".

Nel frattempo l’impegno è su Parma.

"Per il sesto anno mettiamo a disposizione del Festival Verdi le nostre forze artistiche. La novità di questa edizione è che non siamo in luoghi decentrati (a Busseto o in spazi extra-teatrali di Parma), ma dentro al Teatro Regio. In termini quantitativi, passiamo però dalle 12-14 serate degli scorsi anni a 5 appena, essendoci stata affidata soltanto ’La forza del destino’ che ha appena inaugurato il cartellone, e della quale co-produciamo l’allestimento scenico. Per noi resta importante questa partecipazione a un Festival di tale rilievo nella nostra stessa regione: è un arricchimento reciproco, anche nell’ottica del comune contenimento dei costi, loro gli allestimenti), ed entrambe le parti conseguono un giusto beneficio d’immagine".