Teatro del Pratello Bologna, indagine itinerante sul perdono

Quattro tappe in altrettante chiese con performance di detenuti e ragazzi dei servizi sociali. E a Teatri di Vita rassegna artistica tra Ucraina e Russia

Migration

Bologna, 30 giugno 20 22 - Nel segno di Bologna Estate , il prossimo sarà un lunedì di debutti teatrali. Intanto di un progetto inconsueto e rilevante del Teatro del Pratello di Paolo Billi , ma anche di un festival ( Cuore di Slavia a Teatri di Vita ) dal forte impatto politico e sociale. Andiamo con ordine, partendo appunto dalla compagnia del Pratello.

Uno spettacolo itinerante a tappe per riflettere sul complicato concetto di perdono, un percorso in quattro storiche chiese del centro riservato a un gruppo di 150 persone , un poker di azioni sceniche interpretate da ragazzi provenienti dall’istituto penale minorile , da detenute del carcere della Dozza , da ragazzi in carico all’ufficio Servizio Sociale e da semplici cittadini.

Si intitola La scandalosa gratuità del perdono il progetto speciale ambientato a San Francesco, Santo Stefano, Santi Bartolomeo e Gaetano e Santa Maria della Vita che il Teatro del Pratello propone appunto solo lunedì (doppia replica alle 20 e alle 21) in collaborazione con la Chiesa di Bologna .

"Ho trovato nell’arcivescovo Zuppi – racconta Billi, drammaturgo e regista – una grandissima attenzione e una forte sensibilità".

Il testo si ispira alla parabola del Figliol prodigo che, spiega il cappellano dell’Istituto del Pratello don Domenico, "ridisegna in qualche modo l’idea di giustizia". Perché il perdono è un atto gratuito e in questo senso è scandaloso. La storia viene così raccontata nelle varie tappe da più punti di vista: dal figlio, dal padre, dal fratello maggiore e da un’immaginaria figura femminile che potrebbe essere madre o sorella. Si parte dalla basilica di San Francesco dove il pubblico sarà accolto nello spazio triangolare della navata centrale per poi passare nel chiostro del pozzo di Santo Stefano. Nella chiesa di Strada Maggiore la gente sarà disposta su due fronti mentre sarà l’immagine del cerchio a chiudere la rappresentazione a Santa Maria della Vita.

Inizia lunedì – ma arriva fino a venerdì 8 luglio –, invece, a Teatri di Vita il viaggio fra teatro e cinema nei Paesi slavi che mette in primo piano la produzione artistica dell’ Ucraina senza dimenticare la Russia, la Bielorussia e la Polonia .

Alla ribalta ovviamente le artiste ucraine rifugiate in Italia che presenteranno ogni sera i loro lavori con spettacoli (ad esempio Come parlare della guerra ai bambini del Theater on Mikhailovskaya ), performance e incontri. Molti non sono riusciti a venire come il coreografo Anton Ovchinnikov (verrà proiettata la sua creazione di videodanza Monochrome) o i componenti del collettivo di fotografia Gorsad (la mostra dedicata agli adolescenti di Kiev sarà comunque allestita nelle sale).

Largo spazio al cinema dove incuriosisce il documentario russo Town of glory , che permette davvero di comprendere la cultura anti-occidentale di quel Paese, e il curioso film bielorusso Insultati, che vede fra gli interpreti Ambra Angiolini e Luca Argentero .

Sono però due film ucraini a richiamare l’attenzione. Uno è il più noto Donbass di Loznitsa , l’altro il rarissimo Numbers , realizzato da Oleg Sentsov durante la prigionia russa grazie alle istruzioni inviate via posta alla troupe. Sentsov è stato poi liberato, nel quadro di uno scambio di prigionieri, ed è tornato a combattere in trincea.