The Boys vive una seconda giovinezza

Raramente gli amanti dei fumetti si entusiasmano per le trasposizioni seriali dei loro eroi. L'interesse per Walking Dead è scemato, Daredevil molto bello però no, il fumetto non si supera. The Boys invece, crudissima e irriverente maratona a fumetti firmata da Garth Ennis (con i disegni di Darick Robertson), sta vivendo una seconda giovinezza grazie alla serie tv reperibile su Amazon Prime. E c'è chi, non pochi, grida al miracolo rispetto al fumetto. Merito, probabilmente, della grande libertà lasciata dai produttori allo showrunner Eric Kriepke, che insieme a Seth Rogen (ci siamo capiti) non ha sorvolato su nessun aspetto davvero complicato delle pagine di Ennis. Ultraviolenza, porno, teatro dell'assurdo, c'è tutto. Il resto lo fa la storia, in un mondo alternativo a quello Marvel esistono 5 antieroi, i Boys appunto, che per diverse motivazioni personali ce l'hanno con i Supereroi. Che sono avidi, tronfi, cattivi, manovrati dalle lobby e che soprattutto causano una marea di danni collaterali, quando intervengono. La terza stagione non è ancora finita (8 episodi, si concluderà l'8 luglio), già si parla di serie unica nel suo genere, un mix di azione e ironia che gigioneggia su tutti i controsensi dell'America attuale. L'episodio sull''Herogasm' (esattamente) ha fatto saltare sulla sedia anche i vertici di Amazon, che per ora però resistono. La guerra tra piattaforme streaming passa anche dalla capacità di stupire il pubblico. E quello adulto ha già votato The Boys come serie dell'anno, finora. Aspettando, soprattutto, House of the Dragon (HBO) e Il Signore degli Anelli (sempre Amazon).