Tony Hadley a Bologna, festa al Duse: "Quarant’anni sul palco"

L’ex Spandau Ballet: "Porto i pezzi che ama il pubblico e un assaggio di futuro. I Duran Duran? Sono sempre stato fan"

Tony Hadley, ex membro degli Spandau Ballet

Tony Hadley, ex membro degli Spandau Ballet

Bologna, 27 novembre 2022 - L’unico ex Spandau Ballet con cui parla ancora è Steve Norman . Ma l’epopea di Gold e I’ll fly for you non ha più il peso di un tempo nei pensieri di Tony Hadley , in concerto al Duse domani, accompagnato dalla sua Fabulous TH Band . "Con Steve ci conosciamo da sempre perché sua madre era la migliore amica della mia e sono stato l’unico della band che ha invitato al suo funerale", racconta. "Norman ha partecipato pure a una tappa di questo tour nel Regno Unito ed è stato davvero adorabile".

Perché alla fine ha detto basta?

"Qualcuno è convinto che l’abbia fatto per questioni di ego, ma non è così. La verità è che la vita di gruppo per me non era più divertente più come prima".

Al Duse festeggia quarant’anni di palcoscenico.

"Già, diventati quarantadue a causa del Covid. Ho viaggiato dall’Australia alle Filippine, dalla Nuova Zelanda al Giappone per concludere questo tour celebrativo in Italia con le canzoni che il pubblico vuole ascoltare. Ma per dare un assaggio di futuro ne aggiungo qualcuna nuova".

Bilanci?

"Quello di uno show un po’ pazzo che ora ripropone il Tony Hadley ventenne di Top of the Pops e un minuto dopo il sessantaduenne di oggi. Nello spettacolo, infatti, il tempo scorre in fretta come accaduto nella mia vita. Comunque, essere sopravvissuto per 40 anni all’interno di un organismo in continua mutazione come lo showbusiness è qualcosa di straordinario".

Nel 2007 ha recitato e cantato a Londra e New York vestendo i panni di Billy Flynn in ’Chicago’. Poi, però, non ha più ripetuto l’esperienza del musical.

"Ottenni recensioni davvero positive, ma col tempo la lontananza della band e la routine del frequentare ogni sera lo stesso palco iniziarono a farsi sentire. Così decisi di voltare pagina".

Che impressione le ha fatto la malattia di Andy Taylor annunciata dai Duran sul palco della Rock’n’Roll Hall of Fame ?

"Ho conosciuto Andy negli anni Ottanta nei club di Birmingham e prego Dio che si riprenda, perché è davvero un ottimo musicista e un bravo ragazzo. Ho incontrato Simon Le Bon lo scorso Natale e gli ho ricordato che, al di là di quel che si dice, sono sempre stato un loro fan. Gli ho mandato un messaggio di congratulazioni per l’ingresso nella Hall of Fame".

Lei li vede gli Spandau Ballet nella Rock’n’roll Hall of Fame?

"Io ci vedo Tony Hadley nella Rock’n’roll hall of Fame".

Momenti di gloria?

"Quelli vissuti a vent’anni, conoscendo eroi della mia adolescenza come Queen, David Bowie, Roxy Music, Rod Stewart. E poi i successi di classifica. È stato fantastico arrivare con gli Spandau al numero 1 nel Regno Unito, ma anche entrare nella Top 5 americana".

R icorda il suo primo incontro con l’Italia?

"Certo. Nel 1973 venni in gita col mio istituto scolastico nel cuore del Mediterraneo. Lungo la strada ci fermammo a Napoli e ricordo ancora la scoperta della pizza accompagnata dal vino rosso. Il secondo ricordo è legato a Milano e ad uno dei primi concerti con la band. Suonammo in un club pieno di punk, reduci da un concerto di Iggy Pop cancellato all’ultimo momento, che in mancanza di altro s’erano riversati nel locale. Per noi fu un vero e proprio trauma… e forse anche per loro".

Ha inciso con Caparezza in ’Goodbye Malinconia’, con Nina Zilli in ’The fair tales of New York’.

"Due opportunità che mi sono arrivate attraverso contatti e amici comuni. È stato fantastico lavorare con due grandi artisti italiani così diversi fra loro".

Nel 2019 ha raggiunto Arisa al Festival Di Sanremo per condividere la sua Mi sento bene .

"Sanremo è folle, ricordo le scene viste in strada nell’87 quando venni con gli Spandau e c’erano pure i Duran Duran. Ma è una follia che mi piace, soprattutto se mi offre l’opportunità di cantare con voci purissime come quella di Arisa".