Riportiamo di seguito l’intervista realizzata in esclusiva con l’allenatore del Bologna F.C., Franco Colomba, nel corso della trasmissione “Tempi Supplementari”, condotta da Ugo Mencherini e Vittorio Longo Vaschetto ed in onda su Radio Tau. Mister Colomba, il Bologna attuale è una squadra “in bilico”, con ben 16 giocatori in scadenza. Per dare continuità al suo lavoro, quanti di questi andrebbero confermati per la prossima stagione? Su questo aspetto ci stiamo concentrando adesso, anche se ovviamente qualche idea l’abbiamo già. Ovviamente non rinnoveremo tutti e 16, ma terremo quattro o cinque giocatori tra quelli che hanno ben figurato: l’idea è di valutare gli aspetti positivi e poi trarre le conclusioni. In generale, quando si raggiunge una salvezza anticipata (come nel nostro caso; la matematica dice infatti che ci siamo salvati alla penultima giornata, in realtà, guardando i punteggi con cui è finito il campionato, ci siamo salvati molto prima) è evidente che ci sono aspetti positivi: noi cercheremo di confermarli. Posso dire che non sarà facile: questo perché, quando si ha a che fare con giocatori che non sono i propri, o con le ambizioni di questi stessi giocatori, la riuscita non è scontata. In questa fase di caos societario, chi si occupa di mercato in casa Bologna? Fino a questo momento in società ci sono un Direttore Sportivo (Salvatori) ed un Direttore Generale (Baraldi): il mercato comunque lo fa Salvatori, che insieme a me valuta come operare Io, nel ruolo di allenatore, do le direttive tecniche, indicando i ruoli da rinforzare ed eventualmente suggerendo dei nomi; il DS valuta se gli obiettivi individuati sono o meno alla portata del Bologna. In ogni caso il tempo per operare sul mercato c’è, anche se potrebbe essercene di più. Assisteremo ad un mercato estivo all’insegna delle “cessioni eccellenti”? Tengo a precisare che nessuno in società ha mai detto qualcosa di simile, del resto ancora non abbiamo affrontato questi argomenti. Posso dire che ci sono giocatori che possono fare mercato, noi valuteremo le offerte: una società come il Bologna, infatti, è doveroso che le prenda sempre in considerazione; successivamente valuteremo se sono più rilevanti i “pro” legati all’offerta economica, o i “contro” dovuti alla necessità di andare a sostituire il giocatore partente. Qual era il “punto debole” della rosa di quest’anno e quali ruoli avranno la priorità in fase di rafforzamento e campagna acquisti? Più che di “punti deboli”, parlerei di lacune numeriche in certi ruoli. Nel corso di questa stagione siamo stati in difficoltà sugli esterni (anche se a gennaio, però, siamo stati fortunati e capaci ad ingaggiare un giocatore come Buscè): ad esempio, mi sono dovuto arrangiare facendo giocare fuori ruolo Casarini. Sul mercato cercheremo qualche rinforzo per coprirci, specialmente a sinistra: del resto quest’anno Lanna su quella fascia era solo (Modesto lo ritengo più un esterno più di centrocampo che non difensivo). Paradossalmente, se in certi ruoli eravamo scoperti, in altri –come in attacco- avevamo giocatori “in più”, che non hanno trovato spazio. In seguito ad una precisa scelta tecnico-tattica di Papadopulo, il Bologna quest’anno era privo del regista. Avete intenzione di colmare questa lacuna? Premetto, sono rimasto molto soddisfatto di ciò che abbiamo saputo fare giocando con due mediani a centrocampo; in particolare, Guana è assai migliorato nel corso della stagione, ed ha sopperito all’assenza di un regista “vero e proprio”, di qualità: Roberto ha dimostrato che, se le fasce vengono presidiate da giocatori validi, può essere l’interditore/regista adatto al Bologna. Adesso potremmo decidere di cercare sul mercato un giocatore che abbia ancora più qualità, prima però bisognerà vedere se avremo modo di trattenere o meno Guana. Se dovesse partire, punteremo su un giocatore di qualità: a me i centrocampisti che possono illuminare la squadra con un lancio importante o una verticalizzazione rapida piacciono molto. A centrocampo state seguendo qualche nome in particolare? Di uomini sulla nostra lista ne abbiamo, anche se di giocatori con certe qualità non se ne trovano molti. In ogni caso non voglio fare ora i nomi: noi non possiamo permetterci di sbandierare ciò che ci interessa, per essere competitivi dobbiamo operare “di nascosto”. Da Gimenez ha avuto la crescita che voleva? Cosa risponde a chi l’ha criticata per il suo scarso utilizzo? Io fin dal mio arrivo ho puntato su di lui, anche in partite (come contro la Fiorentina o in casa contro il Bari) in cui non mi ha dato quello che volevo; e per fortuna c’erano Adailton, Di Vaio e Zalayeta, che hanno fatto ciò che volevo. In un campionato non tutti possono avere lo stesso utilizzo, ci sono giocatori che si sanno proporre bene e sono più continui, e di conseguenza trovano maggiore spazio; l’allenatore, del resto, ha a cuore le sorti della squadra, non del singolo giocatore: di conseguenza predilige chi gli da più garanzie. Con questo non voglio dire che Gimenez non sia un buon giocatore: l’averlo fatto esordire dimostra che credo in lui. Magari il prossimo anno si proporrà in maniera diversa (anche approfittando del fatto che alcuni giocatori che c’erano quest’anno non ci saranno più) e potrà trovare più spazio. Ultimamente, complice anche il deferimento di Renzo e Francesca Menarini da parte della Procura Federale della FIGC, il nome di Luciano Moggi è stato nuovamente accostato al Bologna. Lei, nel corso della sua esperienza in rossoblu, ha mai avvertito la “presenza” dell’ex DG bianconero attorno a Casteldebole? Io sono abituato a guardare nel mio orto; la mia giornata è costituita di lavoro continuo e non ho quindi tempo di pensare ad altro. Posso dire che nel calcio si cerca di colorire tutto; in ogni caso a queste “faccende” provenienti dall’esterno cerco di non pensare. In vista della prossima stagione, il settore giovanile sarà potenziato, così come suggerito anche dallo stesso DG Baraldi? Il settore giovanile rappresenta la linfa di una società ed io ritengo sia fondamentale. L’attenzione che pongo al riguardo penso sia testimoniata dalla scelta di fare esordire Casarini; sono contento di aver puntato su di lui, mettendo invece “in disparte” i vari Tedesco e Vigiani: vedendo un ragazzo che cresceva bene era doveroso valorizzarlo. Se il settore giovanile sarà potenziato, non potrò che essere contento: del resto io provengo dal settore giovanile del Bologna, come molti ex giocatori della mia età (Pecci, Chiodi, Fiorini, Mei). Finora comunque il vivaio del Bologna non si è comportato male: ha prodotto diversi giocatori, non dei campionissimi, ma comunque “da Serie A”. In conclusione, ci terremmo a sottolineare come anche a Cagliari i tifosi (numerosissimi, peraltro) vi siano stati vicini, segno che la contestazione da loro rivolta alla società non ha mai toccato la squadra. Vedere domenica a Cagliari (per una partita che non aveva nulla da dire), una curva piena di tifosi del Bologna, mi ha fatto davvero un enorme piacere: pensate che sul momento non avevo capito fossero i nostri tifosi, vedendo talmente tanto rossoblu. Mi sono reso conto dopo che erano “i nostri”, e sono stato molto contento: il loro calore dimostra una volta di più che la situazione attorno al Bologna non è così “nera” come la si vorrebbe dipingere. Mi auguro comunque che questa assenza di rapporto tra la società ed i tifosi si risolva al più presto: in una squadra tutte le componenti devono viaggiare assieme, solo in questo modo è possibile superare i propri limiti ed ottenere il massimo del risultato.

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