Bologna, 21 settembre 2010 - NON SI CORRE e basta: per salvare la Basilica di Santo Stefano si pedala anche. Luca Mazzanti lo fa di mestiere: è l’unico professionista bolognese del ciclismo. Lo fa da 14 stagioni e anche bene: ha vinto il giusto (dieci successi, compresa una tappa del Giro d’Italia), si è piazzato spesso. Soprattutto, ha una caratteristica: quando prende il via di una corsa, arriva sempre in fondo. A 36 anni, si concederà ancora un anno, nella Katusha, dove è diventato l’uomo di appoggio nonchè compagno di stanza di Pippo Pozzato, l’uomo sul quale più di tutti l’Italia punta per il Mondiale in Australia. In calendario il 3 ottobre: guarda caso, lo stesso giorno in cui a Bologna si svolgerà PasseggiAmo.
 

«SONO contento di aderire a questa iniziativa promossa dal Carlino: quando si dà un contributo per migliorare la città in cui sei nato e tuttora vivi, non ci si può tirare indietro», dice Mazzanti, che in questi giorni si sta preparando per le gare che chiuderanno la stagione. I lunghi allenamenti lo portano quasi sempre lontano dalla città, ma non per questo si sente meno vicino ad un tema caro a tutti i bolognesi. «Conosco la Basilica da quando ero bambino, ma non ho occasione di passarci spesso: la bici non mi avvicina al centro. Ma le Sette Chiese restano un monumento unico, di quelli per i quali vale la pena visitare una città: sono felice che ogni bolognese, dai protagonisti dello sport a quelli di altri ambienti, siano in prima linea per aiutare a conservarlo meglio».
Dalle parti di Santo Stefano, Mazzanti transitava di più da ragazzo, ai tempi della scuola. E non solo: nel cuore della città ha incontrato Susi, studentessa universitaria veneta che oggi è sua compagna nella vita nonchè mamma del piccolo Matteo. «Abitiamo appena fuori dalla città (all’inizio della val di Zena, ndr), ma frequentare il cuore di Bologna ancora oggi per me resta il miglior modo di rilassarmi: una passeggiata sotto i portici o in una piazza come quella della Basilica me la godo sempre».
 

SE LA GODE non solo perchè la vita del ciclista è quella del giramondo e a casa si torna poco: «Bologna è una città unica: magari qualcosa da sistemare c’è, ma l’atmosfera qui è magica. Guardate le mogli di cestisti e calciatori: quando passano da qui, mettono radici. Bologna regala una serenità che altri posto non hanno, è a misura d’uomo e non manca niente. Ed è bella: i monumenti che ci sono qui ce li invidiano in tanti. Santo Stefano è uno di questi».
Sui pedali per Bologna. Dopo aver pedalato spesso sulle strade della sua città: fra giro dell’Emilia e d’Italia, da queste parti Mazzanti si è esibito spesso. Con un rammarico: non esser mai riuscito a vincere in casa. «Anche se il mio obiettivo è diventato ormai arrivare a San Luca fra i primi dieci: l’Emilia è diventato da anni una sorta di Mondiale, il Giro sapete tutti cosa sia. Ma la soddisfazione di esserci, e con i migliori, sono riuscita a togliermela». Come si toglie adesso un’altra soddisfazione: essere in prima fila con gli sportivi che corrono per Santo Stefano.