Addio a Ferrari, guru del marketing Cabrini: "Maurizio amava i rossoblù"

Migration

Quando marketing e raccolta pubblicitaria erano tesori ancora insondati del pianeta calcio Maurizio Ferrari dragava già il mercato con occhio lungimirante. Ferrari, che si è spento l’altro ieri a soli 69 anni arrendendosi a una brutta malattia, sotto le Due Torri ha legato il suo nome a tre stagioni diverse del Bologna: l’era di Gino Corioni sul finire degli anni Ottanta, quella di Giuseppe Gazzoni e l’anno turbolento del salvataggio del club firmato dalla cordata di Giovanni Consorte. Cambiavano negli anni le facce dei presidenti ma Maurizio col suo sorriso esagerato, ma mai smargiasso c’era sempre, a tirare le fila del marketing e della raccolta pubblicitaria.

Precursore dei tempi il suo regno era la Mac 88, società che aveva fondato scegliendo come braccio destro Guglielmo Giordani, in arte ‘Gullit’, voce di tv e radio e compagno di scorribande da biassanot: ‘Al biassanot’ era anche il nome del foglio che negli Settanta circolava in città, confezionato dallo stesso Ferrari. Quando Antonio Cabrini scelse Bologna per chiudere la sua impareggiabile carriera tra lui e Ferrari nacque un feeling immediato, che diede i suoi frutti: i due entrarono in società dando vita al ‘Summer Green’ di San Marino, avveniristico camp estivo per giovani calciatori. Quando nel 2011 Consorte bussò alla sua porta Ferrari mise un ‘chip’ con la sua Lobby 051: c’era un Bologna in pericolo e lui non si tirò indietro. "Maurizio era un generoso, ma soprattutto un grande innamorato del Bologna", lo ricordava ieri al telefono Cabrini. Il Bologna lo ha ricordato invece sul proprio sito. L’ultimo saluto oggi alle 16 nella Chiesa della Certosa.

m. v.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro