Addio a Gianni Zappi, una vita sul parquet anche a Osimo e Ancona

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Ci mancherai, Gianni. Ci ha lasciato Gianni Zappi, 76 anni, un uomo che era nato a Imola l’1 gennaio 1946 e che, sulle rive del Santerno, era cresciuto a pane e canestri. E i canestri sono stati una parte fortissima della sua vita, prima come giocatore, poi come tecnico, professione nella quale ha raggiunto le più grandi soddisfazioni. Una vita interrotta sulla strada per il Passo Gavia. Zappi era partito per Bormio lunedì, dopo aver salutato i familiari, poi non aveva dato più notizie. Ieri la sua auto è stata ritrovata in fondo a un dirupo. Sul caso indagano i carabinieri che, al momento, propendono per un gesto volontario di Zappi.

Gianni e il basket, dicevamo. La promozione con la Virtus Imola, quella dell’Andrea Costa – della quale era stato tra i padri fondatori –, la Coppa di Lega di B1, conquistata alla guida di Ozzano in una delle edizioni del Gira più belle degli ultimi 25 anni. Non più tardi di un mese fa, alla vigilia del derby tra Virtus Imola e Andrea Costa, l’avevamo scomodato per parlare della stracittadina. Classico dialogo su whatsapp, prima della chiacchierata vera e propria. "Ciao Gianni, come stai? Mi regaleresti 10 minuti per parlare del derby?".

Tempo quattro minuti, ecco risposta: "Da vecchietto cerco di sopravvivere. Chiamami quando vuoi". L’indomani la chiacchierata: altro che vecchietto. Gianni come sempre si dimostra affabile e cortese, passando da un ricordo all’altro. Come se fosse stato in panchina, fino al giorno prima. Il derby era stato il fulcro della chiacchierata. Ma con Gianni si poteva parlare di tutto. Come i sabato sera, quando il Gira giocava a Ozzano e lui, nel dopo partita, prima commentava la gara, poi si soffermava sul basket e sulla quotidianità. Rideva anche dell’etichetta che si portava dietro. Già, perché avendo allenato a Imola, Reggio Emilia, Ozzano e Forlì era considerato un coach regionale. "Sono stato anche a Cagliari, Firenze, Sassari e Padova. Ma non posso negare che la mia regione mi ha regalato panchine e tante soddisfazioni". Che fosse tutto fuorché regionale lo si era intuito quando aveva ricoperto ruoli importanti. Consigliere federale, ma anche presidente dell’Usap, ovvero dell’associazione degli allenatori di basket. All’inizio del terzo millennio era stato imbarcato anche nell’avventura Virtus 1934, a Bologna, con la qualifica di general manager.

E i consigli ai giovani allenatori? Arricciava il baffo, Giannetto e poi aggiungeva. "Magari darò ancora qualche suggerimento a chi avrà il coraggio di chiedermelo". Tra le panchine anche Fulgor Forlì, Libertas Forlì, Osimo e, a livello femminile, Ancona. Lascia la moglie Alide, il figlio Mauro e i tre nipoli, Sara, Niccolò e Jacopo, rispettivamente di 19, 15 e 14 anni.

Alessandro Gallo

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