Alex Zanardi promuove l'handbike e pensa alle Paralimpiadi di Tokyo

Lo sportivo è tornato al Centro Protesi Inail di Vigorso di Budrio per unprogetto che avvicini al paraciclismo le persone con disabilità da amputazione

Alex Zanardi a Budrio (Schicchi)

Alex Zanardi a Budrio (Schicchi)

Vigorso di Budrio (Bologna), 10 luglio 2018 – Alex Zanardi, Tokyo 2020 e altre storie. Sembra il titolo di una fiction, è quello che si consuma, in una calda mattinata di luglio, al Centro Protesi Inail di Vigorso di Budrio, un centro di eccellenza mondiale per quello che riguarda le protesi. Non è un caso che Alex, dopo il terribile incidente che lo costrinse a subire l’amputazione di entrambe le gambe, abbia ricominciato proprio da Vigorso. Abbia ricominciato a correre e sognare. Abbia dato il via a una nuova vita agonistica.

Con Alex, al Centro Inail, ci sono il direttore generale del centro Giuseppe Lucibello, il direttore centrale assistenza protesica e riabilitazione Carlo Biasco, il direttore del Centro Protesi Angelo Andretta e il team di progetto dell’Area ausili e, tra gli altri, il segretario generale Cip, Juri Stara e il presidente Anmil Sport, Pierino Dainese.

Occhi puntati su Alex che, alla fine, prova anche l’handbike figlia di un progetto per per avvicinare al paraciclismo le persone con disabilità da amputazione.

“Il mio percorso dopo l’incidente – spiega Alex Zanardi – è cominciato proprio qua. La passione per la bici me la sono sempre portata dietro, fin da bambino. Quando ero un pilota, mi serviva per tenermi in forma. Ora è anche un’altra sfida. Ho la fortuna di essere sotto i riflettori. Un disabile che pratica sport ha un’aspettativa di vita migliore rispetto a chi cade nell’apatia, si chiude in se stesso e non dà nulla alla società”.

Alex Zanardi, oro in handbike alle Paralimpiadi (Ansa)
Alex Zanardi, oro in handbike alle Paralimpiadi (Ansa)

Il messaggio di Alex assume i contorni della filosofia. Seguendo i suoi consigli non si può che arrivare a un futuro migliore. E promuovendo il progetto “Obiettivo 3”, Alex pensa anche ai Giochi di Tokyo. “Certo che ci penso, anche se prima ci saranno altri appuntamenti da seguire, come i mondiali che si disputeranno proprio in Italia. Nel 2020 ci saranno le Paralimpiadi a Tokyo. Punto come sempre a una medaglia, anche, magari, visto che gli anni passano, sarà di un metallo e un colore diverso. Però, con questa iniziativa posso sdoppiarmi. Non solo atleta, ma anche talent scout”.

Ecco la nuova sfida di Alex, sempre affascinante, sempre contagiosa. Trovare nuovi ragazzi (e ragazze) che abbiano problemi di amputazione e che vogliano mettersi in gioco con l’handbike. Alex, con il suo ottimismo dilagante, rende tutto così semplice e immediato. In realtà il suo compito da talent scout sarà articolato: non solo individuare atleti di domani, ma anche trasmettere loro la sua voglia di arrivare fino in fondo. Sempre e comunque.

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