Sinisa: "Bologna, la strada è ancora lunga"

Il tecnico: "Siamo fieri del cammino che abbiamo intrapreso, ma dodici partite sono poche. Guai a sottovalutare un Venezia solido"

di Massimo Vitali

Snodo cruciale, trampolino di lancio, crocevia. Ci si può sbizzarrire all’infinito sull’etichetta da scegliere per Bologna-Venezia, ma ci sono pochi dubbi circa il fatto che la sfida di oggi al Dall’Ara rappresenti una cartina di tornasole significativa per misurare le ambizioni di alta classifica dei rossoblù.

A dire il vero ci sarebbe anche un’altra etichetta possibile, ancorché caldamente sconsigliata dalla scaramanzia: partita del salto di qualità. Peccato che ogni volta che in questi anni il Bologna ne abbia giocata una il famoso salto sia stato puntualmente rinviato. Forse per questo Mihajlovic ieri si è tenuto debitamente alla larga da proclami e facili entusiasmi.

"Dobbiamo essere orgogliosi del cammino che stiamo facendo, significa che abbiamo imboccato la strada giusta – spiega il tecnico commentando la classifica –. Ma dodici partite sono poche e il cammino è ancora lungo".

Lungo il cammino ecco il Venezia di Paolo Zanetti, nel dubbio una squadra che ha steso Fiorentina e Roma: basta il curriculum per dipingere le insidie di giornata. "Nei miei ragazzi adesso c’è un’atmosfera bellissima – dice Sinisa –, ma affrontiamo una squadra che ha un bravo allenatore e una buona classifica. In più si torna in campo dopo la sosta e queste sono sempre le partite più difficili, perché non sai in che condizione tornino i nazionali".

La morale è semplice: "Dipenderà soprattutto da noi: da quanta attenzione, intensità e concentrazione sapremo mettere in campo. Il nostro livello tecnico è superiore a quello del Venezia, ma non vorrei che si ripetesse la partita di Empoli (il 2-4 del 26 settembre al Castellani, ndr). Anche se quel giorno con me in panchina penso che sarebbe stato diverso e rispetto ad allora oggi siamo una squadra più compatta, convinta e in fiducia".

Sinisa prova ad esorcizzare il pericolo e si appella al fattore ambientale: "Giochiamo in casa, dove abbiamo raccolto 13 dei nostri 18 punti. E tanto del merito è stato del nostro pubblico: per questo mi aspetto un Dall’Ara pieno".

Strizzatina d’occhio del serbo ai propri nuovi concittadini. Già perché il Bologna che spera di non fermare la sua corsa infilando la terza vittoria di fila che manca da prima della pandemia (febbraio 2020) oggi fa ‘debuttare’ in panchina il cittadino onorario Mihajlovic. Il febbrone da cavallo che gli aveva fatto saltare due allenamenti ("Sono stati bravi i miei collaboratori, non vorrei che la società pensasse di risparmiare il mio stipendio...") è alle spalle, l’emozione per la cittadinanza onoraria che gli ha conferito in settimana il sindaco Lepore ancora no.

"Non è da tutti avere due cittadinanze onorarie (Novi Sad e Bologna, ndr) – sottolinea Mihajlovic –. Ma la cosa che più mi inorgoglisce è che l’aspetto sportivo non c’entra: sono stato premiato per le mie qualità umane".

Al Dall’Ara rimetterà piede Saputo. Inevitabile un pensiero per il presidente: "A Empoli c’era e lui sa che i primi ad essere dispiaciuti per quella sconfitta siamo stati noi. Adesso speriamo di poter pareggiare i conti restituendogli una vittoria".

Sarebbe ciò che serve per il famoso salto di qualità. Sperando, per una volta, di non dimenticarlo nel cassetto.

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