Arnautovic mette la freccia per superare Gila

L’ultimo rossoblù a segnare 13 reti era stato Gilardino, che realizzò una incredibile doppietta a Roma: Marko vuole imitarlo

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di Marcello Giordano

Correva il 16 settembre 2012: Roma avanti 2-0 con le reti di Florenzi e Lamela, Bologna capace di rimontare e ribaltare la gara con la doppietta di Alberto Gilardino e la rete di Alessandro Diamanti. Vittoria all’Olimpico per 3-2, lo stesso risultato con cui i rossoblù si sarebbero ripetuti l’8 febbraio 2020, sempre nella capitale. Oggi come allora, Sinisa è alle prese con la malattia. Oggi come allora, potrebbe esserci spazio per Barrow, che poco più di due anni fa griffò la vittoria con doppietta e assist per Orsolini. Rispetto ad allora, mancherà tra le fila giallorosse Mkhitarian, infortunato e autore di uno dei due gol insieme con l’autorete di Denswil, uno dei colpi di mercato mal riusciti a Riccardo Bigon, diesse in discussione dei rossoblù.

E’ passato tempo, tra un 3-2 e l’altro. Il primo fu contro la Roma di Totti e scusate se è poco. Da una doppietta all’altra. Ma di base la storia racconta che Gilardino, con 13 reti, al termine di quella stagione sarebbe rimasto la punta più prolifica ad aver vestito la maglia del Bologna fino ai giorni nostri: negli ultimi dieci anni in serie A, nessuno ha toccato i 13 gol stagionali. Ci voleva Marko Arnautovic per fare altrettanto. E proprio a Roma, al cospetto di quel Mourinho che lo svezzò al primo anno in Italia con l’Inter del triplete, il numero nove rossoblù è intenzionato a mettere la freccia e a riscrivere un pezzo di storia moderna.

Il Bologna ha imparato a giocare per lui: prova ne siano le 7 reti segnate dall’austriaco nelle ultime 8 partite giocate dalla punta. Arnautovic ha imparato a giocare con i compagni e per il gol, stazionando maggiormente in area di rigore e diventando decisivo: sempre. Anche con le grandi.

Non segna con le big: era uno degli ultimi dubbi che lo circondava. Gol alla Juventus in trasferta, gol all’Inter nell’ultimo turno, tanto per chiarire, qualora ce ne fosse bisogno, che a livello di personalità, carisma e carattere il numero nove è uno che non guarda in faccia a nessuno e che il problema del gol non è certo affare che riguardi pressione o avversaria.

Ritrova Mourinho, il tecnico dell’Inter di quel triplete che Marko ha sempre dichiarato di non sentire suo: perché all’epoca era un ragazzino al primo contratto importante che si è perso nella movida milanese. Si perse anche qualche riunione tecnica, con il l’attuale tecnico che gli regalò un orologio a causa di un ritardo. Ma è maturato, Arnautovic, a dimostrazione che ognuno ha i suoi tempi.

Compreso il Bologna, che si sta ritrovando sul più bello in un finale di stagione in cui si sta ergendo a arbitro della lotta scudetto e per l’Europa. Sarà poi arbitro della lotta salvezza, dati gli scontri in vista con Venezia e Genoa. Arnautovic non intende far sconti a nessuno: al suo passato, vedi alla voce Mou, e in vista del futuro. A caccia di nuovi record che confermino come il suo arrivo sia stata la scommessa giusta: quella già vinta.

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