di Giacomo Gelati
Grande soirée sotto i soffitti decorati del Circolo della Caccia di via Castiglione, per l’evento ‘Bologna, Basket City’, dove il gotha della palla a spicchi bolognese si è riunito per ricordare l’amico Paolo Barbieri, l’imprenditore e tifoso scomparso nella primavera del 2021, e per raccontare la forza di una città animata dal basket. "Per tutti noi un amico che se ne va è un tesoro difficile da rimpiazzare – fa gli onori di casa il presidente del Circolo Roberto Iseppi –. Paolo è sempre con noi e so che sta dicendo: forza Virtus".
Tante le autorità presenti, da Alfredo Cazzola a don Massimo Vacchetti, passando per la campionessa Rosalba Forciniti, la virtussina Sabrina Cinili, coach Matteo Angori, fresco di vittoria contro Chieti come supplente di Luca Dalmonte. E il giornalista Beppe Boni, oggi nel cda del Consorzio Club, con delega a comunicazione e relazioni istituzionali: "Bologna è la capitale del basket, su questo non si discute. Presto in città avremo il Museo del basket, che a settembre verrà inaugurato con la prima mostra sulla Nazionale". Bologna fucina di sogni. "Lavorare qui è un grande onore – spiega l’ad virtussino Luca Baraldi, accompagnato da Paolo Ronci – è una città in cui la dignità del basket è altissima. Con la Virtus abbiamo fatto una cavalcata importante, ma quello che conta è quello che abbiamo davanti. L’idea di avere una casa per la Virtus è un impegno che il dottor Zanetti si è preso, senza di lui non sarei qui: speriamo di averla in un paio di anni e il nostro grazie va alla città e al polo fieristico". Un imprenditore dell’agroalimentare ai vertici della Fortitudo. "Noi siamo i cugini poveri – scherza il numero uno biancoblù Valentino Di Pisa –, sappiamo soffrire e ci piacerebbe anche a noi fare un progetto come la Virtus, ma non abbiamo un Zanetti alle spalle. In passato siamo stati ricchi e non abbiamo sfruttato il momento. Scherzi a parte, veniamo da alcune stagioni travagliate e oggi vogliamo rendere solido il nostro percorso". L’atmosfera incomparabile di Basket City. "Per me è stata una grande emozione quando mi ha chiamato la Virtus – spiega Awudu Abass, ancora ai box per infortunio- sono cresciuto guardando Ginobili. Ho giocato altrove, qua la differenza è che ci sono due squadre, la passione è fortissima: la mattina esco di casa e ricevo gli sfottò dei tifosi avversari". L’energia di due anime contrapposte nella stessa città. "Sono legato a Bologna – conclude Pietro Aradori –. Qua mi sono diplomato e ho giocato in entrambe le situazioni. Una volta un tifoso Virtus mi ha offerto un caffè dicendo che sono un grande, ma anche il suo antieroe".
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