MARIATERESA MASTROMARINO
Bar Carlino

Fio Zanotti ospite di Bar Carlino: “Bologna musa per le mie canzoni”

Martedì il compositore e arrangiatore racconterà settant’anni di carriera nel salotto di Neri Pasticceria

Il compositore e arrangiatore Fio Zanotti, che sarà ospite domani a Bar Carlino e racconterà i suoi settant’anni di carriera

Il compositore e arrangiatore Fio Zanotti, che sarà ospite domani a Bar Carlino e racconterà i suoi settant’anni di carriera

Bologna, 20 gennaio 2024 – Produttore, arrangiatore, compositore e direttore d’orchestra. Un curriculum e un bagaglio artistico che lo collocano tra i big della musica. È Fio Zanotti l’ospite della prossima puntata di Bar Carlino, che domani vi aspetta dalle 18 alle 19 da Neri Pasticceria Caffetteria prima della partita Champions del Bologna calcio. Sarà un viaggio all’interno di 70 anni di carriera, in cui il maestro ha incontrato tanti Zucchero, Adriano Celentano, i Pooh, Mia Martini, Anna Oxa e Placido Domingo, tra gli altri.

Zanotti, quando scopre la musica?

"A quattro anni con l’armonica e a cinque quando mio nonno mi regala la fisarmonica. Ho iniziato a suonare seguendo l’istinto, avvertendo dentro me un grande trasporto. Dagli albori, la musica mi fa sentire me stesso. La prima volta sul palco con il maestro Leonildo Marcheselli, re della Filuzzi, ha confermato tutto: mi sentivo un re e avevo solo cinque anni. Ormai sono quasi 70 anni di carriera".

Ha imboccato da subito questa strada?

"Per mio padre, il musicista non era un mestiere, dunque ho lavorato nell’azienda di famiglia, in un autorimesse, lavando le macchine, dai 10 ai 20 anni. Scopro nel mentre la passione per il calcio, ma la musica è stata la mia strada".

Quando avviene la svolta?

"Un nostro collaboratore era fan dei Judas, gruppo rock per eccellenza, che cercavano un organista. Io non sapevo suonare l’organo, ma ho imparato con l’organo vox prestato da loro: di giorno lavavo di macchine e di notte suonavo. Questo è stato il mio trampolino di lancio".

Poi?

"Durante il militare finisco a Rimini, di fronte a L’Altro Mondo, dove conosco Lucio Battisti. Inizio a studiare, vado al conservatorio G.B. Martini con i maestri Ettore Ballotta e Giordano Noferini. Conosco la musica e studio la sua tecnica. Ballotta mi disse: ‘Fai solo buona musica’ e ho seguito quel consiglio".

Come ci si sente a essere tra i grandi del settore?

"Il mio ultimo concerto si intitola ’Siamo sempre all’inizio’: credo che se uno si sente arrivato nel mondo della musica, quello è l’inizio della sua fine. Scrivo ancora pezzi e intraprendo nuove avventure, partendo sempre da zero".

Qual è il momento che le sta più a cuore?

"Tanti. L’incontro con Ornella Vanoni e Gerry Mulligan, che mi insegnò il concetto di umiltà. Poi il lavoro con la Baby Record, i Pooh e la canzone Catch the Fox. I Sanremo con Anna Oxa, la musica con De Gregori, Mannoia, Celentano, Dodi Battaglia e Placido Domingo con ‘Canto del sole inesauribile’. E poi il premio La Strada del Jazz in città".

Che ruolo ha Bologna?

"Per me è tutto: la mia terra, la mia vita. E il Bologna è la mia passione: vedo un parallelismo tra i ragazzi di oggi e quelli dello scudetto del ‘64. Con Fogli, Pascutti e Bulgarelli siamo diventati anche amici. Che momenti straordinari".

Che ne pensa di Italiano?

"Un bravissimo allenatore, un esperto. Il Bologna sta andando bene".