Fortitudo Bologna, Matteo Fantinelli è carico. "Non potevo dire no"

Il nuovo playmaker è stato presentato ai tifosi e prenderà la numero 21: "Vorrei conquistare l'A con questa maglia"

La presentazione di Matteo Fantinelli (Schicchi)

La presentazione di Matteo Fantinelli (Schicchi)

Bologna, 21 giugno 2018 – Ha lasciato Treviso, dove ha giocato ad alto livello per quattro stagioni. Lo ha fatto, nonostante l’insistenza della dirigenza veneta perché rimanesse al centro del progetto Treviso, perché al cuore non si comanda. Matteo Fantinelli, 24 anni da Faenza, non ha mai nascosto il suo tifo per la Fortitudo.

Per almeno due stagioni giocherà con l’Aquila sul petto, con il numero 21 anche se lui, storicamente, ha sempre indossato il 13. Il 13 in Fortitudo è stato ritirato da tempo (nel segno di Gary Baron Schull) ma, come ammette lo stesso Matteo, “non lo avrei preso comunque, perché mi sembra molto impegnativo”.

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Matteo insieme con il general manager della Fortitudo, Marco Carraretto, racconta l’Aquila che verrà nella sede di Castel Maggiore.

“Matteo – spiega il giemme Carraretto – è il primo acquisto della nuova stagione. Abbiamo cominciato con il playmaker, seguendo le indicazioni del tecnico, Antimo Martino. Fantinelli è stato un avversario in tutti questi anni e, in queste stagioni, abbiamo apprezzato la sua qualità”.

Il mercato dell’Aquila ovviamente non è concluso. “Arriveranno una guardia e un pivot americani – prosegue il general manager – poi giovani che possano dare il cambio a Fantinelli e a Mancinelli e Rosselli. Matteo è per noi un elemento importante. E’ un regista forse atipico. Ma ci è sempre piaciuto per la sua energia. Se non segna tanto magari si concentra negli assist o anche nei rimbalzi. E’ un jolly importante perché, vista la struttura fisica, può difendere su quattro ruoli diversi. Poi ci mette sempre tanta energia”.

E proprio l’energia, insieme al cuore, sono i fondamentali evidenziati da Fantinelli, che mette in conto che a Treviso, quando tornerà da avversario, non saranno più rose e fiori. “Mi spiace – sottolinea – per come è andata a finire. Sono stato bene, sono stato al centro di un progetto. Ma alla Fortitudo non potevo dire no”.

Perché della Fortitudo è stato tifoso, perché nel settore giovanile degli Eagles di Gilberto Sacrati è cresciuto, prima di prendere altre strade. “Vengo da Faenza – spiega – guardavo la Fortitudo in tivù, Ricordo di averla vista al PalaDozza, in serie A, l’anno della retrocessione. Giocò contro Siena, quella dei record, e vinse”.

E’ proprio l’effetto del PalaDozza che incuriosisce Fantinelli, che ha tutto per diventare un idolo della Fossa dei Leoni e un beniamino di coach Martino. Quando parla, Matteo, dice sempre noi, mai io. “Le statistiche individuali non mi interessano – aggiunge – conta la squadra. Sono un giocatore che sicuramente ha delle lacune, diversamente non sarei in A2. Ma ci metto il cuore. Sempre. In questi anni ho sfiorato più volte il bersaglio grosso con Treviso. Vorrei riuscirci con la Fortitudo. Per provare ad arrivare lontano non abbiamo che una strada, lavorare tanto”.

Non conosce personalmente i suoi nuovi compagni. “Ma li ho affrontati tante volte da avversario. Non sarà un problema. Ci metterò sempre passione e voglia”. Per Matteo, come ricordano il giocatore e il giemme Carraretto, accordo su base biennale.

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