Intervista a coach Dalmonte: "Riporteremo lo spirito Fortitudo"

Parla il coach: "Daremo tutto, ma è una fase di transizione dove la priorità è la stabilità economica. Vogliamo meritarci il rispetto dei tifosi"

Bologna, 23 agosto 2022 - "Per tornare grande la Fortitudo deve guardare avanti". Il nuovo coach della Effe Luca Dalmonte non ha dubbi che questa sia la strada da percorrere (qui il video). La carriera del tecnico biancoblù descrive il suo spessore professionale, ma il tono della voce nel raccontare quello che vorrebbe fare per l’Aquila, rivelano una passione che va oltre un radicato senso del dovere e che questa sia la vera ragione del suo ritorno. "L’ho detto anche a Gianluca Muratori quando ci siamo visti – spiega Dalmonte in visita al Carlino – la prima priorità che la Effe si deve dare è la qualità della squadra, della società e del management, considerando le capacità delle persone che ne faranno parte. Se poi queste persone hanno il senso della fortitudinità ancor meglio, ma non è decisivo nella loro selezione".

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Coach Luca Dalmonte, 58 anni, ieri in visita nella nostra sede centrale (Schicchi)
Coach Luca Dalmonte, 58 anni, ieri in visita nella nostra sede centrale (Schicchi)

Dalmonte, quello biancoblù è un ambiente che vuole ripartire: che obiettivi vi siete dati? "Dobbiamo essere chiari e onesti in quello che vogliamo essere e in quello che vogliamo ottenere, spendendo tutto quello che abbiamo per centrarli o per avvicinarci a centrarli. Si parte dal rispetto delle persone, che sono i vostri lettori o i nostri tifosi o quelli che semplicemente ci guardano da lontano. Rispetto che significa trasparenza e onestà nel dialogo e nel presentarci, non abbiamo bisogno di dopare i nostri messaggi, ma dobbiamo essere noi stessi a porci nella situazione di dare tutto noi stessi".

Lei sa bene che i tifosi vorrebbero già rivivere l’anno prossimo le emozioni del derby. Quali sono i vostri traguardi? "Oggi l’obiettivo è ridare alla società la serenità economica e una faccia da Fortitudo, con un percorso che necessità di spazio e di tempo: il riequilibrio economico e centrare al contempo un obiettivo sportivo nell’immediato è difficile. Questo è un momento di transizione, per riassestarsi negli equilibri e che ci dia occasione e tempo per riconquistare l’essere Fortitudo".

Come sta vivendo il suo ritorno in Effe? "Io sto bene con me stesso e riesco ad approcciare la vita con grande equilibrio. La mia serenità è figlia di una situazione familiare straordinaria e ciò mi permette affrontare con massima tranquillità tutto il resto. Non mi interessa apparire, cerco di essere trasparente e onesto. Sono e resto fondamentalmente un uomo di campo e sento di appartenere al mondo Fortitudo e questo oltre all’equilibrio personale mi dà anche passione ed emozione. In conclusione mi sento a casa".

Cantù e Effe sono i club più blasonati della serie A2. Questo è un peso o un vantaggio? "Ci consegna un grande senso di responsabilità che dobbiamo avere con noi ogni giorno e che trasportiamo nel quotidiano. La nostra storia è anche un motore motivazionale importante".

Nel selezionare i giocatori ha valutato anche questo aspetto? "Si, ci ho pensato e l’ho percepito parlando con i ragazzi che hanno poi firmato. Ho avvertito quanto fosse stimolante e motivante anche per loro".

La prima sfida ufficiale si giocherà l’11 settembre quando partirà la Supercoppa. Che Fortitudo dovremo attenderci? "Dobbiamo dare alla competizione la giusta interpretazione. A questo punto della stagione dobbiamo fare una scelta o concentrarci per dare il massimo in Supercoppa o non modificare il flusso di lavoro sapendo che i nostri obiettivi vanno oltre quella data. La squadra andrà comunque in campo con serietà, determinazione e spendendo tutto quello che abbiamo, ma sappiamo già che non saremo pronti".

La squadra del cuore è una sorta di fede, eppure lei ai tifosi non chiede fiducia ceca. Perché? "Loro sono il nostro specchio. Non siamo nella condizione di poter chiedere ma dobbiamo dimostrare. Cercheremo di meritare con quello che facciamo il loro rispetto, mettendoci sempre il massimo impegno e la massima correttezza, dimostrando sempre qualcosa in più".

A giocatori e tifosi ha detto che si può sbagliare un tiro o un passaggio, ma che bisogna sempre buttarsi, lottare e recuperare palloni. Sarà una Effe tutto cuore e grinta? "E’ un insegnamento che ho preso e rubato tanti anni fa, nei miei primissimi giorni in Fortitudo e che ho sempre fatto mio in tutte le esperienze professionali che ho vissuto. Non mi interessa segnare un canestro: la priorità è dare il meglio di se stesso; così si vince la partita metafisica del rispetto per te stesso e si vincono le battaglie".

Oltre alla squadra, anche lo staff è di primo livello. "Ringrazio la società che mi ha seguito nel processo della crescita dello staff tecnico. I miei vice Matteo Angori e Matteo Tasini, hanno, sì, la Fortitudo tatuata nel loro cuore, ma prima di tutto sono grandi professionisti. Sono le persone giuste, al posto giusto e al momento giusto. Lo stesso è stato per il dottor Stefano Quadrelli, responsabile dell’area medica, per Renzo Colombini che torna in Fortitudo come preparatore atletico, e come il fisioterapista Federico Spagnoli, membro dell’equipe del Poliambulatorio Fisiodome, coordinato da Ugo Cavina, e di cui tutti mi parlano benissimo".

 

 

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