
Un Santiago Castro sofferente al Gewiss Stadium (Schicchi)
Bologna, 15 aprile 2025 – Com’è stato il ‘day after’ dell’uno-due firmato da Retegui e Pasalic che domenica all’ora di pranzo ha riavvicinato l’Atalanta alla Champions e inevitabilmente messo in salita la strada rossoblù? A Casteldebole ieri è andato in scena un lunedì di riflessione e di ricomposizione dei cocci. Con dieci-calciatori-dieci che hanno bellamente ignorato il giorno di vacanza concesso da Italiano e si sono presentati regolarmente al campo, chi per fare terapie e chi per mettere benzina nelle gambe.
"E’ un bel segnale – diceva ieri l’ad Fenucci a margine del premio ‘Bologna Ambassador’ ricevuto da Joey Saputo a Palazzo d’Accursio – vedere che tanti ragazzi stringono i denti e passano sopra ai guai fisici". Il risveglio dal sogno Champions è stato brusco, ma nulla è ancora perduto. E se bissare l’approdo nella Coppa dalle grandi orecchie adesso si è fatta una missione complicata, considerato il calendario impossibile che attende i rossoblù nelle ultime 6 giornate di campionato, il primo obiettivo dev’essere salvaguardare l’altra Europa, ovvero l’approdo in Europa League o Conference. Tenendo nel mirino l’obiettivo parallelo: la finale di Coppa Italia del 14 maggio, altra potenziale via per l’Europa.
Tanti obiettivi ma anche tanti, troppi, guai fisici capitati nel momento chiave della stagione. Alla collezione di iatture sanitarie ieri si è aggiunto il guaio alla spalla di Casale, uscito malconcio da Bergamo dopo lo scontro di gioco con Ederson. La diagnosi verrà comunicata oggi ma dopo i primi accertamenti tutti gli indizi portano allo scenario della lussazione, che comporterebbe circa tre settimane di stop. Casale non è un titolare, ma col Lucumi in panne di questo periodo (e con Miranda in diffida, oltre a Pobega) rappresentava un’alternativa preziosa. Se dai presunti rincalzi passiamo ai titolari, peggio che andar di notte. Con Skorupski, Calabria e Ferguson in infermeria, e senza che nessuno dei tre abbia la possibilità di scendere in campo a Pasqua con l’Inter, i casi che preoccupano di più sono quelli di Castro e Odgaard. Castro continua ad avvertire dolore al piede che aveva subito un pestone in nazionale, stringe i denti e con l’Inter vorrebbe esserci (anche perché il suo alter ego, Dallinga, duella con la pubalgia) ma certezze non ce ne sono.
E non sta meglio Odgaard, da tempo alle prese con un fastidio all’inguine che ne limita le prestazioni e che, in un’ipotetica scala del dolore, in questi giorni è ancora più sofferente di Santi. La grande voglia di esserci con l’Inter e gli antidolorifici possono fare il miracolo, ma a otto partite dalla meta (sei in campionato più due in Coppa Italia) l’emergenza rischia di essere il ‘convocato’ sgradito di ogni vigilia. L’altro ostacolo, in campionato, si chiama calendario. Inter, Udinese, Juve, Milan, Fiorentina e Genoa è una sequenza che mette paura se l’obiettivo è quello di migliorare l’attuale quinto posto. L’Atalanta nel frattempo è scappata a + 4 (e in caso di arrivo a pari punti ha il vantaggio degli scontri diretti), la Juve solo a +2 ma a maggio è attesa al Dall’Ara. La Lazio segue a un’incollatura, ma anche Roma, Fiorentina e Milan (che affronterà i rossoblù al Meazza) sono in corsa. Vietato annoiarsi.
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