
Sette risultati utili di fila, dopo il ko alla prima di campionato col Milan. Un inno alla solidità senza soluzione di continuità con il finale della scorsa stagione: allora, dopo lo scivolone del 4 maggio a Empoli, arrivarono due vittorie e tre pareggi. La morale è: battilo tu, se ci riesci, questo Bologna. Il sabato di gloria al Meazza offre mille spunti positivi e impone una riflessione: godiamoci questa squadra e godiamoci questo allenatore. Ma adesso proviamo a blindarlo (pluralis maiestatis, ma spetta ai dirigenti rossoblù), per quello che nel calcio di oggi possono ‘blindare’ i contratti. Perché ad ogni nuova piccola o grande impresa del suo Bologna si tocca con mano quanto Motta appartenga alla cerchia ristretta degli allenatori in grado di cambiare in meglio il destino delle squadre che allenano. E dunque: o il Bologna nei prossimi anni sarà così bravo e ambizioso (come lo è stato nell’ultima estate) da cucire addosso a Thiago una squadra all’altezza del suo valore oppure sarà inevitabile che Thiago spicchi il volo verso i lidi di una grande squadra, italiana o europea che sia. Nell’attesa il modo migliore per rinsaldare il rapporto è trovare la quadra sul rinnovo di contratto. Quello di Motta scade tra un anno e l’idea del club, sul piatto da mesi, è di allungarglielo di un’altra stagione, ovvero fino al giugno 2025. Thiago ieri è volato a Cascais, nel ‘buen retiro’ portoghese in cui trascorrerà qualche giorno di relax in famiglia, pronto a riattaccare la spina giovedì, quando a Casteldebole riprenderanno gli allenamenti.
La sosta del campionato, nelle scorse settimane, era stata indicata come il momento più propizio per accelerare l’operazione rinnovo. Ergo: il futuro è adesso. Da Casteldebole filtra che il dialogo con l’allenatore è continuo e che si tratta solo di incardinarlo in un contratto. Approdo che è anche nella volontà di Motta, che sotto le Due Torri non ha mai nascosto di vivere un momento, di fatto lungo un anno, di grande felicità professionale. Per Thiago non è e non sarà mai una questione di vil denaro. A quarantuno anni, con la sana ambizione che lo divora e il conto in banca che si ritrova, l’ultimo dei suoi problemi è riuscire a staccare un assegno più corposo. E’ naturale che col rinnovo Motta andrebbe quasi a raddoppiare il suo attuale ingaggio (da uno a due milioni netti), ma il tecnico ha una sola priorità: ottenere la certezza, parlando con i vertici di Casteldebole, che il mercato ambizioso dell’ultima estate non sia stata l’eccezione ma che viceversa rappresenti la regola degli anni a venire.
Ora: quella garanzia si chiama Giovanni Sartori, il cui sbarco a Casteldebole non è stato meno impattante, in positivo, di quello di Thiago. Ma i soldi li mette il proprietario e qui tutte le strade portano a Saputo.
Chiedete a Joey quanto sia felice, dopo sette anni di campionati grigi ma esosi, di andare a insegnare calcio nelle case di Juve e Inter. Dalla sua risposta (scontata) dipende molto del futuro in rossoblù di Thiago.
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