Bologna Interstellare: da lassù si vede l’Europa

Un gol stupendo di Orsolini nel finale stende i nerazzurri, regala il primo successo con una big e il settimo posto solitario in classifica

Bologna Interstellare: da lassù si vede l’Europa

Bologna Interstellare: da lassù si vede l’Europa

di Gianmarco Marchini

"Che goduria", continua a ripetere. "Che goduria". Nel fiume rossoblù che scorre felice fuori dal Dall’Ara, spicca il vocione caldo di un tifoso con i capelli bianchi. In mano regge una busta della Coop, dentro c’è il cuscino per il seggiolino dello stadio, dettaglio di una passione andata oltre i recinti del tempo. Un passione che ne ha viste di ogni e che oggi assiste a una nuova primavera: la primavera di Thiago. Non sarà ancora quella del Botticelli, ma è già un mezzo capolavoro. Mancava giusto la vittoria contro una grande per far cadere l’ultimo briciolo di opposizione al governo Motta e questa vittoria è arrivata. In un modo epico e totale, sotto una pioggia e un vento terrificanti. Nel fango, ma anche nella luce scintillante del sinistro di Orsolini che ha colpito ancora. Non aveva mai segnato Orso ai nerazzurri, così come Thiago da tecnico non aveva mai battuto la sua ex squadra (4 ko su 4). Altri due muri che crollano: e davanti la strada si fa sempre più pulita e dritta. Porta in Europa: sarebbe veramente un delitto non crederci. Lo impongono i numeri. Cinque vittorie nelle ultime sette, ventotto punti nelle ultime quattordici giornate, trentacinque in totale: un passo da altissima classifica. Se non ci credono a Casteldebole, chi dovrebbe farlo?

Motta continua a trincerarsi dietro le sue frasi motivazionali e declina il suo lavoro solo al presente. Il futuro – se queste sono le premesse – sorride alla sua carriera e alla sua squadra. Tutt’altro Bologna questo rispetto a quello di un anno fa che fece l’impresa teleguidato dall’ospedale da Mihajlovic. Ma tutt’altro Bologna anche rispetto all’andata quando i rossoblù passarono in vantaggio, per poi venire travolti 6-1. A San Siro furono due episodi in dieci minuti a cambiare l’inerzia della gara (magia di Dzeko e una punizione di Dimarco). E anche qui le coincidenze sembravano sorridere poco: al 12’ Barrow si vedeva annullare giustamente da Orsato un gol per fuorigioco di Dominguez; al 18’ uno splendido tiro a giro di Soriano si vedeva guastare il lieto fine da un’impietosa traversa. Episodi che avrebbero potuto abbattare l’entusiasmo, corrodere le fondamenta della spinta rossoblù. E invece no. Il Bologna questa partita l’ha vinta dall’inizio: con un pressing altissimo portato dagli indemoniati Dominguez e Ferguson (quest’ultimo davvero Braveheart a sfidare il meteo a braccia scoperte); l’ha vinta con la facilità di Lucumì e Sosa nell’arginare Martinez e Lukaku, e con la qualità nelle uscite di Schouten, Soriano e di un Moro ancora una volta molto convincente nell’entrare dalla panchina.

E’ appunto la vittoria di tutti, con Orsolini front-man e Arnautovic ad abbracciare tutti al fischio finale. E’ il successo figlio di una enorme maturità, dove il più grande merito è stato nel non essersi accontentati del pari, come nel gol partita al 31’ della ripresa, con Schouten che trova la forza di pressare alto, intercetta la palla persa da D’Ambrosio e firma l’assist meraviglioso che manda Orsolini davanti a Onana: esterno sinistro sotto la traversa e corsa pazza sotto la curva Bulgarelli. Una polizza sui sogni, quest’Orso special edition 2023, con quattro gol nelle ultime cinque partite. Lunedì prossimo c’è la trasferta in casa del Toro, nono a -4, che domani gioca il derby con la Juve, ottava a -3, a sua volta a caccia di Europa. Ci sono tante squadre in ballo, ma nessuna gioca come il Bologna.

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