MASSIMO VITALI
Sport

Bologna sfida il Milan nella finale di Coppa Italia: Mattarella accoglie i rossoblù al Quirinale

Bologna e Milan si affrontano nella finale di Coppa Italia, con il saluto di Mattarella e l'accesso all'Europa League in palio.

Bologna e Milan si affrontano nella finale di Coppa Italia, con il saluto di Mattarella e l'accesso all'Europa League in palio.

Bologna e Milan si affrontano nella finale di Coppa Italia, con il saluto di Mattarella e l'accesso all'Europa League in palio.

Il saluto di Mattarella, gli occhi di oltre 50 broadcaster televisivi in rappresentanza di 180 paesi, l’onda d’affetto dei trentamila bolognesi le cui avanguardie sono sbarcate già ieri nella capitale. E poi le ultime prove sul campo, prima della partita che vale due stagioni: questa e la prossima, se domani notte il Bologna alzasse al cielo il trofeo staccando in automatico il biglietto per la prossima Europa League. Bologna caput mundi, Milan pure: è la finale di Coppa Italia, bellezza.

Un palcoscenico nazionale, e insieme internazionale, a cui i rossoneri sono più abituati ma che per il Bologna dell’ultimo mezzo secolo rappresenta una felice eccezione. Non capita tutti i giorni di essere ricevuti da un presidente della Repubblica. E invece ai rossoblù capiterà questa mattina alle 10,30, quando a calciatori, tecnici e dirigenti rossoblù (Joey Saputo in testa) e rossoneri verranno aperte le porte del Quirinale per l’abbraccio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Emozione sicura e un’unica certezza: Italiano e i suoi ragazzi si presenteranno in orario all’appuntamento istituzionale. Trent’anni fa non accadde la stessa cosa al Bologna di Renzo Ulivieri, mai come in quella circostanza Renzaccio. Alla vigilia di un Roma-Bologna, con l’udienza collettiva già fissata da mesi in Vaticano con Papa Giovanni Paolo II, un ritardo del volo su Fiumicino indusse il tecnico rossoblù a correre verso il campo di allenamento ‘bidonando’ così il pontefice per la disperazione del presidente Gazzoni.

Italiano no, questa mattina metterà l’abito di gala e dopo la cerimonia e un pasto frugale insieme alla squadra nell’hotel in zona Parioli che da ieri sera è il quartier generale dei rossoblù a Roma, farà rotta sull’impianto dell’Acqua Acetosa, dove alle 15,30 il suo Bologna proverà gli ultimi schemi in vista della sfida di domani notte. Il primo quarto d’ora sarà ad uso e consumo di giornalisti, telecamere e fotografi, poi sugli undici cavalieri chiamati a fare l’impresa calerà una cortina di segretezza.

Le telecamere si riaccenderanno domani notte all’Olimpico e sarà un profluvio di occhi elettronici in arrivo da tutto il mondo puntati sul rettangolo verde. La finale di Coppa Italia Frecciarossa, spiegava ieri la Lega di Serie A che organizza l’evento, "registrerà una partecipazione straordinaria e senza precedenti di operatori esteri su scala globale". Gli occhi del mondo, insomma, vivisezioneranno l’evento. E si sommeranno agli occhi dei trentamila tifosi rossoblù che in queste ore stanno gioiosamente invadendo una capitale già a rischio ingorgo per gli Internazionali di tennis monopolizzati dal ritorno sulle scene di Jannik Sinner. Di sicuro Jannik in queste ore è più teso di Vincenzo, che domani gioca la sua quarta finale in due anni.

Alla guida della Fiorentina gli è andata male tre volte su tre, due in Conference League e una in Coppa Italia (avversaria l’Inter, due anni fa, proprio sul prato dell’Olimpico). Ma lo sport offre sempre un’altra occasione per scacciare l’ombra di una maledizione. Ci contano i suoi concittadini di Ribera, che domani sera in piazza seguiranno la finale sul maxischermo. ‘We Are One’, dalle Due Torri alla Sicilia, anche nella scelta di far salire ieri sul treno per Roma tutti i calciatori della rosa. Succede quando si è chiamati a fare la storia.

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