GIANMARCO MARCHINI
Sport

Bologna, una vittoria di rabbia. Orso e Odgaard, la risposta giusta. Cagliari può essere un nuovo inizio

Con una prova di squadra, Freuler e compagni trovano il secondo successo in stagione e scacciano i fantasmi. Italiano insiste sul 4-2-3-1 e festeggia. Sabato il Lecce, martedì il Monaco in Champions: il Dall’Ara per decollare.

Tre punti e a capo. Da Cagliari, il Bologna prova a cominciare un nuovo viaggio. Se sarà un falso decollo come a Monza, lo scopriremo tutto sommato presto. Sabato il Lecce, martedì il Monaco in Champions: dalla pista del Dall’Ara si capirà tanto sulla reale destinazione a cui potrà ambire questa squadra.

Vincere all’Unipol Domus, però, era vitale, imprescindibile. Con un asterisco in classifica e senza un successo ieri, i rossoblù avrebbero rischiato di vedersi troppo lontano dall’Europa per crederci. Invece, a dodici punti la classifica fa meno impressione: tolte le tre pretendenti allo scudetto, Fiorentina, Atalanta, Lazio e Udinese sono lì, a quattro lunghezze. Certo, devono ancora giocare, ma intanto il Bologna è tornato a poterle toccare con il pensiero.

Già, la testa. Fondamentale ieri, nella conca bollente di Cagliari. I sardi giocavano con il vento della propria gente a favore e sono partiti subito forte, con Piccoli che spaventa Skorupski e Miranda che deve metterci una pezza su Gaetano. E’ soltanto uno spiffero. Chiusa la porta, il Bologna lievita, sostenuto dalla forza delle sue convinzioni e da un’identità che non cambia nemmeno se cambia l’assetto. Ieri Italiano ha rilanciato il 4-2-3-1 di Genova, con Odgaard trequartista, Freuler e Moro cerniera in mediana, per concludere con Orsolini e Ndoye ai lati di Castro. Artigliera pesante che, infatti, scardina in fretta il velo di buone intenzioni della squadra di Nicola. Obert mura Miranda, Orsolini si fa fermare da Scuffet e si divora un gol, ma è solo questione di tentativi. Il terzo è quello buono e l’azione è da applausi: Moro intercetta, filtrante di Ndoye, velo di Castro e destro di Orso per il vantaggio al 35’.

E’ il click che apre la mente ai rossoblù. Da quel momento, alla Domus è un dominio assoluto. Il Cagliari ci prova, ma sono Piccoli spaventi. E al 6’ della ripresa la partita è già in cassaforte. Lucumi scende a sinistra là dove dovrebbe Miranda e crossa per l’accorrente Odgaard: sinistro in corsa sul primo palo.

Orso e Jens, come a Genova. E come a Marassi, il Bologna pare sbandare quando si è riempito la pancia. Stavolta non succede: di certo non perché Casale fosse seduto in panchina. Sono quelli in campo a fare la differenza. Skorupski ci mette un paio di toppe, sì, ma i rossoblù gestiscono con il piglio di una squadra vera. Quella che per settantacinque minuti aveva guardato negli occhi il Liverpool e che per quasi un’ora aveva retto il palco con l’Aston Villa.

A Cagliari si perdeva da cinque anni. Italiano ha rotto questa maledizione e trovato la seconda vittoria in stagione. Ieri sono riaffiorate tutte le certezze di un gruppo che senza Thiago, Calafiori e Zirkzee sente ancora di essere un grande gruppo. Se poi l’incontenibile Ndoye iniziasse pure a segnare, questo Bologna potrebbe davvero mettere di nuovo le ali.

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