Bologna, 1 luglio 2012  - BOLOGNA era un tatuaggio sulla pelle, un filo nel braccialetto del destino ancora prima che Alessandro e Silvia si conoscessero. Oggi ci sarà anche lei, la signora Diamanti, nella finale dell’Europeo contro la Spagna, in tribuna a tifare per il suo Alino. Ad aspettare che l’uomo che ha riportato il Bologna in maglia azzurra abbia l’occasione per lasciare un altro segno nella storia, come ha già fatto realizzando il rigore decisivo contro l’Inghilterra nei quarti di finale. Silvia di cognome si chiama Hsieh ed è nata a Taipei, il 23 ottobre del 1980. Ma quattro anni dopo era in Italia, portata dai genitori con i fratelli Stefano e Davide. È cresciuta tra Faenza, dove i genitori vivono ancora oggi, e Bologna. La città dove la zia Lin gestiva un ristorante cinese in via Oberdan e dove ancora oggi vivono i cugini.
 

Silvia, è diverso essere la signora Diamanti, in questi giorni?
«Ma no, noi stiamo vivendo questo momento con molta tranquillità, per noi tutto è una sorpresa, fin dalla convocazione. Penso che non abbiamo ancora realizzato quello che sta succedendo, lo stiamo vivendo con una beata incoscienza».

 Ha sentito Alessandro in questi giorni?
«Sì, riusciamo a vederci tutti i giorni, per fortuna, con noi c’è anche Aileen, la figlia più grande, ha quattro anni. La piccola Olivia ne ha due ed è tornata a Bologna dopo la prima partita, non vediamo l’ora di tornare per vederla, poi partiremo per le vacanze anche se non abbiamo ancora deciso dove andremo».
 

Le vostre figlie hanno due nomi singolari. Li avete scelti per motivi speciali?
«Olivia no, semplicemente perché ci piaceva. La storia di Aileen è un po’ diversa, invece. In cinese mandarino significa ‘Amore verso Lin’. L’ho scelto io, mi piaceva il suono e mi permetteva di ricordare la zia Lin, che a Bologna era conosciutissima ed è scomparsa qualche anno fa. Aveva il ristorante cinese in via Oberdan, io sono cresciuta frequentando le vie del centro, conosco tutti i ristorantini e i negozietti che ci sono».
 

Quindi quando siete venuti a Bologna l’estate scorsa, in realtà lei era già di casa.
«Ero molto legata alla zia e ai miei cugini Stefano, Giovanni e John, che vivono ancora a Bologna. Anche se in realtà sono sempre in giro per il mondo, fanno i manager tra l’Italia, Singapore e Shanghai».
 

Come vi siete conosciuti, con Alessandro?
«Diciamo semplicemente grazie ad amici comuni, delle cose private non mi piace parlare molto».
 

È vero che il famoso braccialetto che Alessandro ha dovuto infilare nelle mutande, entrando contro la Germania, è di sua nonna?
«Sì, l’ha fatto lei a novant’anni, intrecciando fili di cotone rosso, il colore che allontana le negatività. In famiglia lo abbiamo tutti, ma ormai da anni, non c’entra con gli Europei».
 

Purtroppo Alessandro se l’è dovuto strappare dal polso.
«Ma non preoccupatevi, in valigia ne ha una scorta! In finale forse si farà una fasciatura, per poterlo tenere. La cosa strana è che nelle altre partite nessun quarto uomo glielo aveva fatto togliere, contro la Germania si vede che ce n’era uno più pignolo...».
 

Si aspettava che Alessandro potesse ritagliarsi tanto spazio in nazionale?
«No, ma perché non ci pensavamo neanche. Qui a Kiev poi le cose ci arrivano un po’ attutite, ma so che in Italia stanno facendo un tifo pazzesco».
 

Come sono i rapporti con le altre mogli degli azzurri, famose o meno famose?
«Molto tranquilli, c’è un’atmosfera molto serena anche perché alcune di noi hanno figli e quindi esigenze simili. Ci hanno permesso di viaggiare insieme ai nostri mariti, li riusciamo a incontrare ogni giorno, è tutto molto familiare».
 

Alessandro ha molti tatuaggi. Se dovesse andare in un certo modo in finale, ne arriverà un altro?
«Non credo, comincia anche a scarseggiare lo spazio su cui farli. Io ne ho quattro, due sono dedicati a lui e uno alla nostra famiglia, un altro l’avevo fatto prima di conoscerlo».
 

Lei ha anche una Laurea in economia alla Bocconi.
«Sì, anche se ancora non sono riuscita a sfruttarla».
 

Ha conosciuto Mario Monti?
«Era il rettore quando io frequentavo, ma io mi sono laureata in economia aziendale, è un altro indirizzo. Feci la tesi con Claudio Dematté, l’ex presidente della Rai, sugli investimenti nella nuova era della Cina».
 

Poi però ha debuttato nel mondo dello spettacolo e della tv: Top of the pops, Mtv, Virginradio-tv, Retequattro...
«Ma è stato un caso, io credo molto nel destino. Nella mia vita tutte le cose sono venute naturalmente: dopo un anno che ci conoscevamo, con Alessandro ci siamo sposati, poi è arrivata Aileen, poi siamo andati in Inghilterra e quando siamo tornati e vivevamo a Brescia mi è capitato di lavorare per Mtv. Non ho mai fatto un provino, non ci credo. Adesso ho qualche progetto in corso per settembre, ma fino a quando non sarà concretizzato, preferisco non parlarne. Comunque non è una mia ambizione, sfondare nel mondo dello spettacolo».

Doriano Rabotti