Bologna, cercasi identità disperatamente

Nemmeno centouno minuti di gioco sono bastati ai rossoblù per avere la meglio su un modesto Spezia. E non è bastato nemmeno un Marko Arnautovic in versione Marvel

Sinisa Mihajlovic

Sinisa Mihajlovic

Bologna, 5 settembre 2022 - Nemmeno centouno minuti di gioco sono bastati al Bologna per avere la meglio su un modesto Spezia. E non è bastato nemmeno un Marko Arnautovic in versione Marvel. Non raccontiamoci le favole: persino un supereroe fa fatica se circondato da troppa gente normale o se inserito nel copione sbagliato. Il Bologna del ’Picco’ è un film già visto: dal finale amaro, ovviamente. Il miglior attore protagonista dentro una pellicola scadente. D’alta qualità c’è giusto la doppietta di Arna, per un bottino di cinque gol in cinque partite che gli valgono il trono dei cannonieri. Altro giro, altro flop: e Sinisa traballa sempre più. La sentenza potrebbe farsi attendere fino a domenica per il derby dell’Appennino contro la Fiorentina, ammesso che Saputo conceda un’altra settimana al tecnico.

Il pareggino in casa dello Spezia conferma tutti i dubbi raccolti lungo questo primo pezzo di strada. Ogni partita è l’inizio di un nuovo viaggio verso l’ignoto. Perché il primo grande problema di questa squadra è la mancanza di un’identità precisa. Mihajlovic la sta disperatamente cercando, come dimostra la disperata mossa di lanciare dall’inizio Barrow nell’inedito ruolo di trequartista. Esperimento fallito clamorosamente, tanto che a ispirare Arnautovic ci deve pensare addirittura Medel che al 6’, scavalca la catena di montaggio rossoblù, e pennella un lancio bellissimo per l’1-0. Ma se il falegname deve fare l’architetto, c’è evidentemente qualcosa che non va. E su quel qualcosa lo Spezia costruisce la rimonta a cavallo tra le due frazioni: pari di Bastoni al 47’ con un precisissimo tiro sul primo palo e sorpasso al 10’ della ripresa con un incredibile autogol di testa di Schouten. Sfortuna? Macché.

Qui c’è la conferma di un limite enorme: il Bologna non sa gestirsi a livello mentale, molla la presa proprio quando dovrebbe affossare l’avversario e, quel ch’è peggio, si fa sempre male da solo. Che siano espulsioni (Lazio, Verona), che siano errori dei singoli (Skorupski con Milan e Salernitana) o che sia, appunto, autoreti, i rossoblù trovano sempre il modo di rovinare tutto. Mihajlovic non trova, invece, l’alchimia tattica giusta: dal 3-4-1-2 dell’inizio con Barrow dietro Orsolini e Arnautovic, al 4-2-3-1 finale con la presenza contemporanea di Soriano (bellissimo l’assist per il 2-2 di Arna), Sansone e Zirkzee. Era attesissimo quest’ultimo, al debutto ieri: pochi minuti e un giallo per un battibecco con Nikolaou. Speriamo le qualità siano all’altezza del caratterino e dei riccioloni. Da rivedere anche Moro, lanciato dal 1’ forse troppo in fretta. Il croato vaga un tempo per poi uscire di scena: se ci pensate bene, è un po’ la metafora di questo Bologna

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