Sinisa Mihahjlovic: "Sto bene, e potrei diventare nonno"

Ospite di Mara Venier con la moglie Arianna, che annuncia: "Viktorija vuole un figlio". A un anno dal trapianto i controlli sono ok

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di Marcello Giordano

Dopo ‘Ballando con le stelle’, ecco ‘Domenica In’. Se a Bologna Sinisa Mihahjlovic divide, vuoi per i risultati vuoi per la questione della cittadinanza onoraria, a livello nazionale unisce. Nel corso della sosta di ottobre, Sinisa Mihajlovic e la moglie erano stati ospiti di ‘Ballando con le stelle’. "Perché dopo tanta sofferenza, ho voglia di divertirmi con mio marito", aveva scandito Arianna. Ieri un’altra comparsata mondana per una famiglia balzata agli onori delle cronaca per una vicenda che avrebbe volentieri evitato: la malattia del tecnico rossoblù. Ieri Sinisa e Arianna sono stati ospiti di Mara Venier, che accompagnò la signora Arianna nel corso delle sue prime esperienze televisive, prima della scelta di dedicarsi alla famiglia. Si toccano le corde dell’empatia, ricordando i giorni difficili della malattia, ma soprattutto la voglia di vivere. Di Sinisa e della famiglia, se è vero che la figlia maggiore della coppia, Viktorija, ha in mente un pensiero speciale: "Vuole renderci nonni e a breve", racconta la coppia. Tra l’altro, di recente, la figlia si è fotografata sui social con l’attaccante Pietro Pellegri, attaccante classe 2001 in forza al Monaco, più volte accostato al Bologna in sede di calciomercato e pure in vista della sessione invernale.

La famiglia che potrebbe allargarsi spalanca il sorriso sui volti di Sinisa e Arianna. Il ricordo dei giorni della malattia, invece, porta lacrime e commozione: "Avevo paura, ma avevo molto più coraggio che paura. Sentivo l’amore della gente: personaggi famosi, amici, gente normale, i tifosi negli stadi, anche quelli che normalmente mi odiavano, altri malati. Questo mi ha aiutato: a non nascondermi e a trovare ancor più forza per combattere e per non deluderle. Ho riunito tutti e questo affetto è stato fondamentale. Sono uno di quelli per cui non è importante partecipare, ma vincere. Questa volta a maggior ragione: soprattutto per la mia famiglia. Per cui ho affrontato la malattia dall’inizio con carattere, con voglia di vincere, di combattere, essendo convinto alla fine di farcela. E ci sono riuscito".

La guarigione definitiva potrà essere dichiarata clinicamente solo dopo cinque anni. Ma uno è ormai passato dal 29 ottobre 2019, data del trapianto di midollo a Mihajlovic. Gli esami di controllo, che sostiene ogni tre mesi, hanno dato esito positivo: "Ho valori ottimi, è tutto perfetto. E devo ringraziare un ragazzo americano di 21 anni americano, da cui ho ricevuto il midollo. Mi piacerebbe conoscerlo, ma non si può".

Fin qui, tutto bene, insomma. Sotto i riflettori dello studio televisivo, Sinisa mostra anche meno timore nell’offrire al pubblico il suo lato più sensibile. Succede quando l’orchestra suona una canzone serba cara al padre e lui si commuove, prima di cantarla a propria volta: "È la canzone del mio cuore, ogni volta che la sento piango. E’ la canzone di mio padre. L’unico mio rimpianto è di non averlo potuto vedere il giorno della morte, perché avevo promesso ai miei due figli di portarli a Madrid a vedere la finale dell’Inter che lì vinse la coppa dei campioni. Da allora, ogni volta che sento questa canzone piango e verso due grappe: una per me e una per mio padre e le bevo entrambe".

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