Canestri, storie e solidarietà: è Basket City

Venerdì il Playground ospita la serata a favore di Airc con gli amici di Kobe Bryant, quelli di Moses Gambini e il Tam Tam di Antonelli

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di Alessandro Gallo

Solidarietà, beneficenza, integrazione, spettacolo e memoria storica, passando da un’icona internazionale, Kobe Bryant, a una leggenda di casa nostra, Moses Gambini. Tutto in una notte, venerdì, nello splendido scenario dei Giardini Margherita.

È quello che accadrà a partire dalle 20,30 nel contesto del Walter Bussolari Playground, sul campetto intitolato alla memoria di Gianni Cristofori – Basket City non dimentica i propri eroi – con una partita speciale che servirà anche per sostenere e raccogliere fondi a favore dell’Airc, l’associazione che si occupa delle ricerca per prevenire e curare i tumori.

Come si potrà aiutare l’Airc che sarà rappresentata da presidente del comitato regionale Giorgio Bonaga? Acquistando le magliette speciali, in un apposito banchetto nel quale si alterneranno una decina di volontari. I volontari dell’Airc, all’ombra delle Due Torri, sono più di un centinaio.

Così, la solidarietà per la ricerca si mescolerà con la voglia di Bologna di ritrovarsi all’aperto, di festeggiare in qualche modo e di ricordare personaggi che hanno fatto la storia dei campetti, non solo quelli di Bologna e che hanno legato il loro nome, indissolubilmente, al mondo dei canestri.

Due formazioni miste, dunque, all’insegna della memoria e dell’integrazione.

Il primo team è un gruppo ’estero’ verrebbe da dire, pensando che arriverà da Reggio Emilia. Sono gli amici di Kobe Bryant, l’asso dei Lakers che a Reggio aveva mosso i primi passi al seguito del papà, Joe. E a capitanare il gruppo ci sarà Christopher Goldman Ward, che ha condiviso tante partite giovanili con Kobe e che, di recente, ha dedicato un volume al ’Black Mamba’, facendo scoprire alcuni aneddoti del giocatore che avrebbe poi fatto faville in maglia Lakers.

E l’integrazione? C’è anche quella, grazie all’idea e al progetto di un ex giocatore che a Bologna ha lasciato il segno, vincendo lo scudetto con la Virtus nell’ormai lontano 1976. Si tratta di Massimo Antonelli, guardia dal tiro mortifero – e infatti il grande Lucio Dalla gli aveva affibbiato il nomignolo ’La Morte’ – e del suo gruppo Tam Tam Basket.

Antonelli è un innovatore e un sognatore. Prima ha dato vita a un modo di allenarsi in allegria puntando anche sull’effetto della musica. Poi è andato oltre. E nella sua squadra hanno trovato posto ragazzi nigeriani, nati in Italia che, grazie ai canestri e allo sport, hanno potuto integrarsi ancora meglio.

L’altra squadra sarà più bolognese e va sotto il nome di ’Amici di Moses Gambini’. Claudio Gambini, per chi non l’ha conosciuto, è stato il prototipo del classico giocatore da ’minors’. Sottovalutato, ma estremamente importante per vincere campionato, sia nelle vesti di giocatore sia nelle vesti di coach. Gambini, scomparso recentemente, si portava dietro il nome di Moses perché, così narra la vulgata, si muoveva nel ruolo di pivot e, come il più celebre Moses Malone (campione Nba con Philadelphia nel 1983), aveva le mani piccole.

"Mani piccole, ma tanti rimbalzi e altrettanti canestri", scherzava Moses, che il Playground, il torneo open di Bologna, l’aveva vinto nel 2000, conquistando l’anno successivo la finale, negli inediti panni, per quel momento, di allenatore.

Poi tante partite in provincia e tanti amici che non l’hanno mai dimenticato. Moses, tifoso Fortitudo, amava ricordare le sfide ai Giardini contro Sugar Richardson e, quella volta che, meritandosi un titolo di giornale (dal Carlino) era rientrato a casa felice, mostrando il ritaglio a papà e zio. Ci ha lasciati troppo presto, Moses, ma la sua umanità ha fatto breccia. Una magia, praticamente. Così, in attesa dello sbarco degli americani ai Giardini – il 19 luglio ci sarà l’esordio di una formazione proveniente dalla California e dalla Drew League –, venerdì si potrà gustare una pallacanestro diversa.

"Sono veramente felice di questa straordinaria partita esibizione a favore della Fondazione Airc", dice Giorgio Bonaga che la pallacanestro la conosce molto bene. Presidente regionale, Giorgio ha voluto un direttivo con personalità diverse, tra queste anche Renato Villalta, perché ognuno possa portare il suo mattoncino per la causa.

"Il principio è quello di mettersi a disposizione e dare una mano", dice Renato.

Tanti piccoli mattoncini con un’ottica particolare. Cercando di creare i presupposti per una collaborazione tra le varie associazioni. "Ragiono sempre pensando al noi, al bene comune. Mai all’io", la chiosa di Bonaga, che sul campetto, ha pure giocato ricevendo in cambio il celebre coro (sentito anche al PalaDozza) "Giorgio Bonaga è meglio di Raga".

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