Come Vettel alla Toro Rosso

Leo Turrini

Suona l’inno di Mameli ma non per la Ferrari. Nulla sarà qui tolto alla straordinaria impresa della scuderia di Faenza: il bravissimo Gasly ha eguagliato il Vettel del 2008. Allora il tedesco giovanissimo vinse a Monza con la ex Minardi denominata, all’epoca, Toro Rosso. Ora è diventata Alpha Tauri, il motore è giapponese ma il cuore resta sempre romagnolo!

Dicevo ieri che, senza Mercedes, questa Formula Uno sarebbe spettacolare, bellissima, eccitante. Mica stavo esagerando: quando un atto di presunzione è venuto a rovinare lo show di Hamilton, l’emozione si è impadronita di un autodromo mitico.

Solo che. Solo che qualcuno non c’era. Come la temperatura di Ulan Bator nei bollettino meteo, Ferrari non pervenuta. Con l’aggravante di un doppio ritiro che solleva perplesso sulla affidabilità stessa della Rossa. Vettel senza freni. Leclerc a schiantarsi alla Parabolica complice, sicuro, la poca aderenza. Episodi che meriteranno una attenta analisi, già oggi a Maranello.

Il problema è che una soluzione non esiste. La depressione è totale. Per chi lavora per il brand italiano più famoso nel mondo, la situazione è dolorosamente senza precedenti.

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